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Eurostat: con la crisi Covid-19 meno lavoro, minori redditi e maggior rischio povertà nel 2020

“Nel 2020, l’anno dell’epidemia di Covid-19, il reddito medio da lavoro della popolazione in età lavorativa (18-64 anni) nell’Ue è diminuito del 7% rispetto al 2019. Tuttavia, il reddito medio familiare disponibile e il tasso di rischio di povertà sono rimasti stabili”, con tendenze diverse tra i Paesi aderenti. Lo si evince da uno studio di Eurostat diffuso oggi. “Le perdite di reddito da lavoro sono dovute in gran parte all’aumento senza precedenti del numero di lavoratori assenti dal lavoro” (licenziamenti, cassa integrazione, sospensione temporanea dell’occupazione) o a orari ridotti, e quindi redditi ridotti. “Tuttavia, i sussidi governativi, nonché le politiche temporanee, hanno contribuito a compensare l’impatto della crisi Covid-19 sul reddito disponibile delle famiglie”. Questi regimi temporanei hanno svolto un ruolo importante nella stabilizzazione dei salari e del reddito delle famiglie, in particolare per quelle a reddito più basso. Rispetto al 2019, tra gli Stati membri con dati statisticamente significativi (arancione e blu nella mappa), sono stati osservati aumenti del tasso a rischio di povertà della popolazione in età lavorativa in Portogallo, Grecia, Spagna, Italia, Irlanda, Slovenia, Bulgaria, Austria e Svezia. In circa la metà degli Stati membri, il tasso di rischio di povertà è rimasto stabile nel 2020, mentre è diminuito in Estonia.

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