Impresa: Università Cattolica, oggi e domani due webinar sul progetto “Archeo Up”

Conoscere il passato per progettare il futuro. È questo il claim che ha accompagnato il lancio del progetto “Archeo Up”, un percorso di formazione e accompagnamento all’avvio di imprese culturali e creative.
L’iniziativa, realizzata nell’ambito del Programma operativo regionale del Fondo sociale europeo–Regione Lombardia, è stata promossa dall’Università Cattolica in collaborazione con ConLab, lo spazio di coworking di Ateneo e 2i3T, l’incubatore di impresa dell’Università degli studi di Torino. Il progetto è partito alla fine del 2019 con la selezione dei partecipanti al percorso e da febbraio 2020 sono cominciate le attività formative: l’obiettivo è stato quello di favorire lo sviluppo di start up collegate all’attività sul campo, alla valorizzazione e alla comunicazione dei beni archeologici, attraverso un percorso articolato in diversi step: formazione a distanza, stage (in remoto o in azienda), trasformazione delle idee imprenditoriali in start-up e consulenza specifica a quest’ultime.
Al progetto è dedicata una due giorni oggi, mercoledì 30 giugno, e domani, giovedì 1° luglio, con due webinar. La prima giornata è dedicata alla presentazione delle varie esperienze del percorso di formazione e viene introdotta da Mario Gatti (Conlab), Giuseppe Serrao (2i3T) e dai docenti dell’Università Cattolica Furio Sacchi e Giorgio Baratti. A seguire le presentazioni dei vari progetti che hanno affrontato vari ambiti specifici del settore con una particolare attenzione allo storytelling. Le startup, tra l’altro, hanno infatti puntato alla valorizzazione della gestione e della diagnostica dell’ambiente nell’ambito dell’archeologia subacquea e agli aspetti legati al restauro virtuale.
Nella seconda giornata spazio alla tavola rotonda “Investire sul passato, scommettere sul futuro” che vede la partecipazione, tra gli altri, del direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco, del direttore del Parco Archeologico di Ercolano Francesco Sirano, di Jusèp Boya Busquet del Museos y Patrimonio de la Generalidad de Cataluña e di Stefano Bruno Galli, assessore all’Autonomia e Cultura della Regione Lombardia.

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