Diocesi: Perugia, il card. Bassetti ha ordinato 5 sacerdoti. “Amatela questa Chiesa, più di voi stessi, più della vita!”

“Cosa si aspettano il Signore e la nostra amata Chiesa perugino-pievese da voi? E voi, per chi e cosa siete disposti oggi a consegnare, attraverso la mia povera persona, la vostra vita a Cristo?”. Sono le domande che il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti ha rivolto ai cinque ordinandi presbiteri diocesani Samy Cristiano Abu Eideh, Vittorio Bigini, Daniele Malatacca, Simone Strappaghetti e Michael Tiritiello, nell’omelia della celebrazione eucaristica della loro ordinazione tenutasi all’aperto, in piazza IV Novembre di Perugia, davanti alla cattedrale di San Lorenzo, ieri 29 giugno, giorno in cui la Chiesa ricorda la memoria liturgica dei Ss. Pietro e Paolo. “Una risposta chiara e coerente a Cristo – ha proseguito il cardinale – dipende soltanto dall’esperienza che avete fatto di lui, dal vostro amore per Lui, in una parola, dalla vostra fede. Libri, catechismi, letture, studi sono necessari ma tutto dipende dal personale incontro con Lui. Neppure la vostra preparazione fa titolo: non fanno titolo le doti umane, se pur utilissime; non fa titolo, da sola, neppure la buona volontà. Figli carissimi, conta soltanto la vostra fede”. “La fede povera, ma la fede è sempre povera – ha evidenziato il cardinale –, in quanto ti affidi ad un altro. Il povero non vanta niente, tende soltanto la mano”. Ed è proprio “questa fede umile, povera, che diventa luogo dell’abbraccio, lo spazio dell’accoglienza, ciò che fa titolo all’amore”. “Tu sei il Cristo…!”: “Non allontanatevi mai da questa fede – l’invito -, da questo amore semplice! Essi sono anche l’espressione più alta delle nostre povertà, perché ci aiutano a rimanere fedeli a Lui. Questa fede così povera e così radicale vi aiuterà ad assumere atteggiamenti fraterni, di mansuetudine, di bontà, di misericordia verso chi sbaglia o è nell’errore, verso i piccoli, i poveri, i giovani… Radicandovi totalmente nella roccia che è Cristo, diventerete anche voi ‘roccia’ e riferimento per gli altri”. Dopo aver pregato per Papa Francesco, ancora l’esortazione: “Carissimi, amatela questa Chiesa, amatela più di voi stessi, amatela più della vita! Amatela! Non perché vi dirà bravi, o perché lo meriti. Amatela perché Gesù l’ha amata fino a morire; perché se essa ha meritato l’amore di Dio, può ben meritare anche il vostro! Amatela con cuore di presbiteri, cioè di pastori e di padri. Amatela non perché siete un dono per lei, ma perché lei è un dono materno per voi. Venite figli, venite in questa Chiesa perusino-pievese che vi abbraccia come dono prezioso del Signore. Venite in questo nostro presbiterio, che vi accoglie nella gioia come nuovi presbiteri, come dei fratelli più giovani, capaci di ridestare speranza. Venite, per cantare insieme a noi, oggi e sempre, il Magnificat della Vergine Maria, che è anche il nostro. Una storia davvero abitata dalla grazia”.

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