Droga: Squillaci (Fict), “inseguire la sostanza è un fallimento, serve reimpostare il sistema ripartendo dalle relazioni”

“La pandemia, che stiamo vivendo da un anno e mezzo, da un lato, ci ha privato delle relazioni, ma, dall’altro, ci ha dato la consapevolezza della nostra fragilità e di come siano un bisogno primario proprio le relazioni, soprattutto quando si è in una condizione di fragilità e difficoltà e disagio. Sappiamo bene come questo anno e mezzo sia stato faticoso e quanto abbiamo dovuto chiedere in termini di coraggio e di forza alle persone che sono all’interno dei percorsi riabilitativi e terapeutici rispetto alla capacità di resilienza che hanno dovuto avere”. Lo ha detto, oggi, Luciano Squillaci, presidente della Fict, intervenendo alla video conferenza “Dalla rete delle relazioni alle nuove politiche sulle dipendenze”, promossa da Cnca, Fict e Intercear, in occasione della Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di sostanze stupefacenti, che si è celebrata il 26 giugno.
“Celebriamo la Giornata mondiale di lotta alla droga e lo facciamo come nostro stile insieme. Ma non siamo qui per chiedere qualcosa alla politica ed alle istituzioni. Il tempo delle richieste è terminato. Oggi vogliamo trasformare questa pandemia, questa tragedia planetaria, in una opportunità. Ripartiamo dalle relazioni, perché pensiamo che sia davvero il modo più giusto per ricominciare a vivere, tornando ad occuparci di chi ci sta accanto, a partire dalle persone più deboli”. Squillaci ha ricordato: “Negli ultimi venti anni, nella battaglia alle dipendenze abbiamo imparato che inseguire la sostanza è un fallimento che abbiamo già vissuto. Non ha nessun significato combattere contro questa o quella sostanza visto che oggi abbiamo costantemente nuove sostanze censite, nuove modalità di assunzione e un fenomeno che si evolve in maniera quasi quotidiana. Perciò, è fondamentale reimpostare il modello ripartendo dalle relazioni”, ha affermato il presidente della Fict, precisando: “Quando parliamo di relazioni ci riferiamo certamente a quelle educative, terapeutiche, ma anche a quelle sul territorio in termini di prevenzione, di accompagnamento, di benessere. E ancora parliamo delle relazioni all’interno del sistema, fondamentali per un modello di intervento efficace. In questo anno e mezzo di pandemia, ma anche prima, abbiamo fatto un grande sforzo di rispondere ai bisogni e alle emergenze. Già prima del Covid abbiamo lavorato insieme per provare a ragionare, in assenza di un confronto a livello istituzionale, su quello che secondo noi, operatori dei servizi, deve essere lo sviluppo di un modello”.

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