Coronavirus Covid-19: missionario laico Aristide Gazzotti (Cochabamba) al Sir, “in Bolivia gli ospedali sono al limite, pazienti costretti a peregrinare da un Centro all’altro”

“Qui a Cochabamba è iniziata la stagione fredda e i contagi Covid-19 sono aumentati esponenzialmente. Siamo arrivati a cifre mai raggiunte neppure lo scorso anno, all’inizio della pandemia”. Lo dice al Sir Aristide Gazzotti, missionario laico originario della provincia di Reggio Emilia, che vive a Cochabamba, in Bolivia. “Gli ospedali pubblici sono al limite, saturati da pazienti Covid – denuncia il missionario laico -. Molti di loro sono costretti a peregrinare da un Centro all’altro, senza risultato alcuno. Si muore nelle auto, in attesa di qualche spazio nei posti letto… Anche nelle cliniche private, altamente costose, i ricoveri sono al momento sospesi. Non si trova più ossigeno medicinale. Lunghe file di persone per le ricariche a pagamento, negli unici due luoghi adibiti a questo servizio. Le ambulanze hanno un certo privilegio, ma non tanto neppure loro. Una bombola grande, di 6 metri per 3, dura meno di 6 ore in un paziente con gravi difficoltà respiratorie! Le medicine di pronto intervento si trovano ancora, ma quelle più specialistiche sono reperibili sono nel mercato nero: ogni fiala di Remdesivir ha un costo che si aggira sui 1300 euro!”.
Così, prosegue Gazzotti, che abbina coraggio a rigore nelle norme di igiene, “abbiamo ripreso a percorrere le strade di Cochabamba. Portiamo ossigeno e medicine là dove siamo chiamati, da amici, da conoscenti, da parenti di amici, da sacerdoti o religiose. Non ci tiriamo mai indietro. Andiamo a tutte le ore. Siccome non si trova ossigeno (le nostre bombole, una ventina, sono distribuite di qua e di là), abbiamo acquistato una decina di concentratori di ossigeno al costo di 1.000 euro ognuno! Quelli si trovano ancora, ma l’erogazione di ossigeno non supera le 5 bar. Una persona intubata ha bisogno di 15 bar! La nostra macchina si è trasformata nuovamente in ambulanza. Abbiamo i permessi per poter circolare tutti i giorni e a tutte le ore, indipendentemente dalle normative indicate dalla quarantena che qui non è rigida per niente. Ma il nostro veicolo, che è un pulmino molto spazioso, si trasforma spesso, purtroppo, in un carro funebre, molto richiesto, essendo a costo zero. Tanti non ce la fanno”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia