Disarmo: mons. Regattieri (Cesena-Sarsina), “non possiamo tacere e far finta di niente, Italia ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari”

“Il conflitto arabo-israeliano è riemerso proprio in questi giorni in tutta la sua drammaticità. E con esso ritorna con prepotenza il problema del riarmo. Mentre da una parte si parla di disarmo, dall’altra assistiamo a una corsa dissennata alle armi. È un problema che non ci tocca? È lontano da noi, dai nostri interessi personali, familiari, locali? In verità, in un mondo globalizzato dove tutto è connesso e niente è più isolato, tutto ci riguarda, anche se avviene nell’altro emisfero del pianeta”. Lo scrive il vescovo di Cesena-Sarsina, mons. Douglas Regattieri, nella lettera alla comunità diocesana intitolata “Per amore del mio popolo”.
“Siamo tra i primi dieci Paesi esportatori di armi; è vero che in questa triste graduatoria siamo gli ultimi (al decimo posto), ma sempre tra i primi su scala mondiale”, ricorda il vescovo aggiungendo che “il nostro Paese non ha firmato il Trattato di proibizione delle armi nucleari. Come non condividere perciò l’appello di alti esponenti del mondo cattolico italiano al Governo e al Parlamento perché ratifichino il Trattato?”. “Si registra purtroppo sul nostro territorio – prosegue – una quarantina di ordigni nucleari (B61) e si stanno ampliando le strutture a Ghedi per ospitare cacciabombardieri F35 per una spesa di oltre 14 miliardi di euro”. Mons. Regattieri cita i diversi interventi di Papa Francesco che “non si stanca d’invocare una inversione di marcia su questo problema”. “Possiamo noi continuare a tacere e far finta di niente? Ognuno di noi, per quello che può, deve fare qualcosa”, ammonisce il vescovo.

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