Cuba: maratona di preghiera oggi dal santuario del Cobre. Mons. García Ibáñez al Sir, “preghiera per medici, malati e per cristiani che soffrono per la libertà”

“Al Cobre non si va mai da soli”. In particolare oggi, quando il santuario della Virgen del Cobre, patrona di Cuba, ospiterà il rosario nell’ambito della maratona di preghiera voluta da Papa Francesco per invocare la fine della pandemia. A spiegare al Sir il significato profondo di questa preghiera, che tende un ponte tra l’isola caraibica, la grande diaspora cubana e la Chiesa di tutto il mondo, è mons. Dionisio Guillermo García Ibáñez, arcivescovo di Santiago de Cuba, nel cui territorio si trova il santuario, e primate di Cuba.
“Siamo molto onorati – spiega il presule – di essere stati chiamati a partecipare a questa catena di preghiera, che si incentrerà in particolare sui medici e sugli operatori della salute. A loro, sia qui a Cuba come in tutto il mondo, va la nostra gratitudine, insieme alla preghiera per i malati”.
Mons. García Ibáñez spiega una caratteristica del santuario, che risalta particolarmente in un’occasione come quella di oggi: “Alla Vergine del Cobre, ormai da quattrocento anni, i cubani si rivolgono certo per le loro invocazioni personali, ma soprattutto nella preghiera per tutto il popolo, per questo dico che al Cobre non si va mai soli. E oggi si uniranno a noi i tantissimi cubani che vivono all’estero, in tutto il mondo. E pregheremo anche per tutti i cristiani che stanno soffrendo a causa della loro fede. Si tratterà di un evento molto emozionante, che rinnoverà il legame con il Santo Padre, nel ricordo delle visite di Papa Benedetto XVI nel 2012 e di Papa Francesco nel 2015”.
L’arcivescovo accenna poi alla situazione del Covid-19 nell’isola. “Fortunatamente, nei mesi scorsi i numeri dei contagi e dei decessi qui a Cuba sono stati inferiori rispetto a quelli di molti altri Paesi. Ma la seconda ondata è arrivata anche qui, ci sono stati molti ricoverati. Inoltre, la nostra economia, che si regge tantissimo sul turismo, sta soffrendo molto”. Una situazione di crisi che perdura da tempo ed è connessa a un sistema politico che, nonostante la conclusione dell’era Castro, con l’uscita di scena, qualche settimana fa, di Raúl, si mantiene impermeabile ai cambiamenti e alle richieste di libertà. “Noi pregheremo per Cuba davanti alla Madonna, come facciamo da secoli – conclude mons. García – e per il rispetto della libertà e dei diritti di tutti”.

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