Diritti umani: Acs, “Italia pretenda rispetto libertà religiosa per sottoscrivere accordi di cooperazione”

Il rispetto della libertà religiosa tra le condizioni per sottoscrivere accordi di cooperazione con Paesi esteri. È questa la proposta emersa dalle due audizioni parlamentari che hanno visto protagonista la fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs), attraverso il suo direttore italiano, Alessandro Monteduro. Ieri, Monteduro è stato ascoltato dalla Commissione Affari esteri e comunitari della Camera dei deputati nell’ambito dell’esame del disegno di legge C. 3041 “Ratifica ed esecuzione dell’Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica islamica di Afghanistan, fatto a Kabul il 19 aprile 2016”. Oggi, invece, il direttore di Acs Italia ha partecipato al ciclo di audizioni della Commissione Affari esteri del Senato nell’ambito dell’esame del Documento CCLXI, n. 1 “Relazioni sulle iniziative finanziate con le risorse del fondo destinato a interventi di sostegno alle popolazioni appartenenti a minoranze cristiane oggetto di persecuzioni nelle aree di crisi (anno 2019)”. Dal Rapporto di Acs sulla libertà religiosa nel mondo 2021 emerge che in una nazione su tre si registrano gravi violazioni della libertà religiosa. Secondo lo studio condotto dalla fondazione nel biennio 2018-2020 questo diritto fondamentale non è stato rispettato in 62 dei 196 Paesi sovrani (31,6% del totale). Considerando questa drammatica realtà Monteduro, nell’ambito delle due audizioni, ha proposto di “introdurre in ogni atto bilaterale o multilaterale che impegna il Governo italiano, innanzitutto nelle politiche di cooperazione, la richiesta di un impegno duraturo al rispetto del diritto alla libertà religiosa da parte di ogni Stato beneficiario della nostra politica estera di sostegno allo sviluppo”. La proposta è stata valutata favorevolmente dalle due Commissioni parlamentari. Acs chiede quindi al ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Luigi Di Maio di “farsi promotore del rispetto della libertà religiosa nel confronto con gli Stati che attualmente sono direttamente o indirettamente responsabili della violazione di questo diritto fondamentale”.

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