Primo maggio: Siena, Pastorale sociale e Acli scrivono a parti sociali. “Serve patto comune di collaborazione post pandemia”

“Realizzare un patto comune per un nuovo ordine sociale dopo la pandemia”. È l’esortazione contenuta nella lettera aperta che il Servizio per la Pastorale sociale e del lavoro dell’arcidiocesi di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino e le Acli di Siena, hanno indirizzato a tutte le parti sociali nel mondo del lavoro in occasione del 1° maggio, Festa dei lavoratori.
“In un momento di ripartenza, nonostante le difficoltà, – spiegano congiuntamente Piero Morini ed Enrico Fiori, rispettivamente responsabile del Servizio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro e presidente delle Acli cittadine – ci siamo dati un’opportunità: quella di mettersi in dialogo, provando ad interrogarsi, insieme, per cercare una visione comunitaria su come mettere di nuovo il lavoro al centro delle nostre prossime speranze: un patto comune di collaborazione tra parti sociali e istituzioni locali”.
Ricordando che “non è accettabile il concetto di lavoro separabile dal giusto rapporto con Dio”, i due sottolineano che “una comunità esce prima e meglio da una crisi se si mobilitano le energie e si fa squadra insieme: Siena ha le energie per reagire, è un’icona della sostenibilità”.
Diverse le proposte che vengono rilanciate. Innanzitutto alle istituzioni locali viene chiesto di “raccogliere questa sfida comunitaria, mettendosi in dialogo con i rappresentanti dei lavoratori”; alle imprese del territorio di “adottare comportamenti di responsabilità sociale per un impegno comune a ricucire gli strappi con l’ambiente e con l’uomo”. Agli istituti di credito la richiesta di “favorire l’accesso al credito”, agli enti di formazione di “creare un sistema formativo fortemente indirizzato all’interesse dei ragazzi, più orientati all’innovazione”. la società civile è invitata a “proporre forma di compensazione volontaria, creando vasi comunicanti per colmare il divario tra garantiti e non garantiti”, mentre la politica dovrà “costituire una rete di salvaguardia per i valori che riteniamo essenziali” e “un tavolo comune ove i sindaci della diocesi sottoscrivono un accordo pubblico per contrastare infiltrazioni mafiose ed altre forme di illegalità”. “Ripartire dalle eccellenze del territorio” è l’indicazione per il mercato, mentre ad ogni singolo lavoratore viene chiesto di “impegnarsi per realizzare una vita dignitosa per tutti, partecipando alle sfide di giustizia”. Nell’ambito del Terzo settore, si dovrà “creare percorsi di progettazione per rafforzare le reti di protezione e di accesso al mondo del lavoro e implementare iniziative di ricerca e di studio di opportunità sul territorio locale”. Infine, a parrocchie ed enti ecclesiali il compito di “intercettare i bisogni e le opportunità all’interno delle comunità territoriali, facendosene carico”.

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