Primo maggio: mons. Fanelli (Melfi), “il Vulture un laboratorio fertile di creatività sociale e del lavoro”

“Una terra che ha i doni e i prerequisiti per essere una ‘regione aperta’ del Mezzogiorno. Un comprensorio colmo di potenzialità, che deve liberare risorse e deve essere posto nelle condizioni di massima valorizzazione delle persone, delle famiglie e delle organizzazioni produttive per generare più lavoro e più sviluppo”. Così il vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa, mons. Ciro Fanelli, nella sua riflessione “Più forti insieme” sul lavoro e sulla fratellanza in tempo di pandemia, in occasione del Primo maggio.
Il presule considera il Vulture “un laboratorio fertile di creatività sociale e del lavoro lungo le traiettorie e i sentieri della sua agroindustria, dei suoi insediamenti manifatturieri avanzati, dei beni culturali, dei sistemi di welfare e delle filiere formative e dell’istruzione”. “Tutto questo patrimonio ben valorizzato, arricchito da nuovi servizi ed infrastrutture, rappresenta già di per sé un grande investimento sociale, di significato regionale ed ancor più nazionale”. Secondo mons. Fanelli, “stratificazioni produttive, cultura industriale e del lavoro settoriale” sono “l’animus e i caratteri dei nostri luoghi”. “Su di essi si dovranno misurare le risposte e le azioni virtuose delle decisioni politiche ed economiche e la capacità di aggiungere attrattività, fermento sociale e culturale, qualità della vita più degna, più moderna e più vicina ai bisogni ed alla sensibilità delle donne e degli uomini del nostro tempo”. Infine, l’esortazione a “un laboratorio di dialogo, di analisi e anche di elaborazione di proposte per accompagnare le trasformazioni con il segno della fraternità”.

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