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Consiglio d’Europa: alzare la guardia nella protezione “dei dati personali dei minori, in particolare quelli relativi alla salute o raccolti a scuola”

“Rafforzare le misure di protezione relative al trattamento dei dati personali dei minori, in particolare i dati relativi alla loro salute e quelli raccolti nel contesto educativo”: questa la sollecitazione che il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa rivolge agli Stati europei oggi in una dichiarazione che muove dalla preoccupazione per le conseguenze della pandemia Covid-19 sui bambini in relazione all’aumento delle loro attività online. I rischi sono la tracciabilità delle attività dei bambini nell’ambiente digitale, che può esporli ad attività criminali, come l’adescamento a fini sessuali, l’estorsione o lo sfruttamento sessuale, o ancora discriminazione, molestie, bullismo e altre forme di abuso. Ancora non si conoscono fino in fondo le “conseguenze nel lungo periodo” dell’elaborazione dei dati biometrici, del monitoraggio e della sorveglianza digitale, o delle attività di profilazione: per questo servono un alto livello di alfabetizzazione digitale, per i bambini e per i genitori, sforzi maggiori per “promuovere i diritti dei bambini nell’ambiente digitale”, e una maggiore collaborazione tra gli Stati per “affrontare congiuntamente” i rischi posti dallo sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale. Da un lato quindi essere “sempre più vigili”, ma anche, ricorda il Comitato dei ministri, adottare misure per “ridurre il divario tra i bambini al fine di garantire il pieno godimento dei loro diritti umani”. Esiste una Convenzione internazionale riguardo tutto ciò, la cosiddetta “108+” che però ad oggi è stata ratificata da dieci dei 47 Stati membri.

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