Scarp de’ tenis: a maggio il numero 250. Messaggio dell’arcivescovo di Milano Delpini, “senza questo giornale la città sarebbe più muta”

La redazione di Scarp de' tenis con alcuni dei venditori

“Credo che senza questo giornale la città sarebbe più muta, la distrazione sarebbe più autorizzata, e chi passa oltre indifferente avrebbe meno sensi di colpa”: lo scrive l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, che ha voluto inviare un messaggio alla redazione di Scarp de’ tenis – giornale di strada promosso dalla Caritas e diffuso in numerose città d’Italia – che a maggio raggiunge quota 250 numeri. “Per tutti Scarp de’ tenis attesta che anche coloro che non ascolti hanno qualche cosa da dire, scrivono poesie, confidano lacrime e sogni, raccontano storie. Vedono il mondo da un punto di vista che potrebbe insegnare qualche cosa a tutti. Perciò faccio i miei auguri a Scarp de’ tenis in occasione del numero 250 del giornale”. Dalla redazione milanese spiegano: “In 25 anni l’Italia è cambiata profondamente e, in maniera altrettanto radicale, si è trasformato il mondo di chi nel nostro Paese vive ai margini. Per effetto delle migrazioni è mutato l’identikit degli esclusi per antonomasia, i senza tetto. Gli homeless oggi sono più giovani, più istruiti, potenzialmente più capaci di contribuire alla società di ieri e nonostante ciò restano tagliati fuori. Non solo. Due grandi crisi hanno retrocesso agli ultimi posti chi stava un poco più avanti. L’aumento delle disuguaglianze ha creato un fossato sempre più profondo e invalicabile tra chi ha e chi non ha. E si può essere poveri, pur avendo un lavoro. Eppure, l’ultimo quarto di secolo è stato pure segnato da alcune conquiste per chi sta in fondo alla fila: la residenza anagrafica che consente anche a chi non ha un domicilio di farsi curare, il riconoscimento delle esibizioni per strada come forma d’arte, progetti sociali improntati a nuovi modelli”.
Ripercorre questo cammino Scarp de’ tenis, nel suo 250esimo numero in distribuzione nei prossimi giorni, grazie al contributo di grandi firme del mondo della cultura, del giornalismo, dell’impegno civile e delle istituzioni. In occasione della pubblicazione che coincide anche con il 25esimo anno di fondazione, tracciano un affresco inusuale del Bel Paese due ex direttori di grandi giornali, Carlo Verdelli e Ferruccio De Bortoli, e il presidente del Parlamento europeo David Sassoli. E ancora il fondatore di Slow Food Carlo Petrini, il fondatore di Libera don Luigi Ciotti e don Virginio Colmegna che da direttore di Caritas Ambrosiana nel 1996 volle fondare Scarp de’ tenis con l’intento di “dare voce a chi non ha voce”.

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