Maternità surrogata: Fafce scrive a Von der Leyen, “diritto a libertà di movimento obbliga uno Stato membro a riconoscere una situazione illegale secondo le proprie leggi”

Si è arrivati a uno “scontro tra le competenze dell’Ue sulla libertà di movimento e le competenze nazionali in materia di diritto famigliare” con ricadute particolarmente preoccupanti, secondo la Federazione europea delle associazioni familiari cattoliche (Fafce), nell’ambito della maternità surrogata. Per questo Fafce ha scritto una lettera alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, contestandole il principio enunciato durante lo Stato dell’Unione nel settembre scorso: “se sei genitore in un Paese, lo sei in ogni Paese”. Per Fafce il rischio concreto è che “il diritto alla libertà di movimento obblighi uno Stato membro a riconoscere una situazione illegale secondo le proprie regole nazionali”. Oggi in Europa sei Paesi proibiscono in ogni forma la maternità surrogata (Bulgaria, Francia, Germania, Italia, Portogallo e Spagna), mentre Belgio, Danimarca e Irlanda la contemplano se non per fini commerciali. Quindi ci sono coppie che per avere un figlio bypassano le restrizioni nel proprio Paese salvo poi chiedere il riconoscimento della genitorialità alle proprie autorità invocando l’interesse superiore del bambino.
“Il fenomeno della maternità surrogata transnazionale rischia di normalizzare de facto l’abrogazione di leggi che i cittadini non condividono”. Per Fafce si tratta di “una seria minaccia allo stato di diritto in Europa e richiede immediata attenzione da parte della Commissione europea”. Inoltre l’adozione finisce per essere un processo ben più complesso che il riconoscimento di un figlio ottenuto con la surrogazione, con tutte le conseguenze del caso, non ultima la “creazione di due sistemi legali paralleli”. Fafce chiede quindi il rispetto del principio di sussidiarietà, la difesa sia del sistema giuridico europeo sia del principio del “supremo interesse” dei bambini e nella lettera a Von der Leyen chiede che la Commissione si esprima chiaramente sia rispetto alle pratiche di surrogazione transnazionale e sia rispetto alla surrogazione in sé.

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