Sud Sudan: i comboniani, “anche se dolorosa la verità accertata è punto di partenza per guarigione ferite”

“Anche se dolorosa, la verità accertata è sempre un punto di partenza per la guarigione delle ferite da parte di chi le ha subite come da parte di chi le ha inflitte. Attendiamo con vigile fiducia i risultati dell’inchiesta”. Lo afferma in una nota il Consiglio generale dei missionari comboniani in merito alle informazioni che stanno apparendo su vari organi di stampa a riguardo dell’aggressione subita da Mons. Christian Carlassare, vescovo di Rumbek, alle sue cause ed ai suoi mandanti. Il Consiglio dei comboniani si dice “grato e fiducioso nel lavoro che stanno svolgendo gli organi di polizia e le autorità competenti”. “E’ significativo a questo proposito – affermano – che la più alta autorità civile del Paese si sia pronunciata auspicando che le indagini proseguano rapide, approfondite e imparziali”, riferendosi al messaggio del presidente Salva Kiir. “Siamo grati a Dio che le ferite riportate da Mons Carlassare non mettano in pericolo la sua vita – dicono -. Siamo grati in modo particolare a lui per averci indicato con quali sentimenti vivere, come cristiani e come missionari, quanto accaduto: misericordia verso i colpevoli solidarietà con le persone semplici e di buon cuore, che rappresentano la maggioranza della popolazione a Rumbek come altrove, vittime ogni giorno, nel silenzio e lontano dai riflettori dei mezzi di comunicazione di massa, di un clima di violenza e di intimidazione che è diventato troppo consueto nei rapporti tra le diverse espressioni della società sud-sudanese e, purtroppo, non soltanto di questa”. I comboniani pregano soprattutto “perché non prevalga nel cuore di tutti il desiderio di vendetta”.

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