Shahbaz Bhatti: mons. Spreafico (Cei), “ha vissuto profondamente l’identità cristiana”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Shahbaz Bhatti ha vissuto “profondamente la sua identità cristiana, e nello stesso tempo la sua missione, cercando ogni volta di incontrare l’altro, di aprire porte al dialogo, di fare spazio alla possibilità di essere uniti nella diversità. La sua vita intera fu donata per questo. È la vita dei cristiani. Lo dovrebbe essere anche in questo tempo di sofferenza e di morte”. Lo ha detto ieri sera a Roma mons. Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino e presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo della Cei, nella veglia di preghiera a Santa Maria in Trastevere per ricordare Shahbaz Bhatti, il ministro pakistano cristiano ucciso a Islamabad dieci anni fa, il 2 marzo 2011, a causa del suo impegno nella difesa dei cristiani e di tutte le minoranze. “Shahbaz – ha continuato mons. Spreafico – lo sapeva, sapeva che avrebbero potuto contrastare il suo sogno fino ad ucciderlo. Ma sentiva di avere una missione e non si tirò indietro”. “Sapeva che non c’era tempo da perdere dietro se stessi; vedeva la gente soffrire, le minoranze in difficoltà, nonostante le aperture che aveva potuto ottenere come ministro delle minoranze – ricorda mons. Spreafico, che lo conobbe personalmente -. Sapeva che la strategia per vincere i lupi non aveva bisogno di nemici né di guerre, ma aveva bisogno di agnelli, di quella mitezza che ci fa assomigliare a Gesù, agnello di Dio morto per la salvezza del mondo. Così continuò la sua missione, anche in mezzo a tante difficoltà e minacce, consapevole di essere portatore del Vangelo della pace e della riconciliazione, della non violenza. Fu un uomo del Pakistan, e insieme un uomo del mondo, perché la missione del Vangelo rende uomini e donne del mondo, oltre se stessi e il proprio particolare”. La veglia è stata trasmessa anche in diretta sui social della Comunità di Sant’Egidio.

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