Regno Unito: sfruttamento del lavoro. Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles dà il benvenuto a una inchiesta su azienda Boohoo

La Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles ha dato il benvenuto a un’inchiesta, aperta dalla finanza americana, sull’azienda “Boohoo” che manterrebbe alcuni dei propri dipendenti in condizioni di schiavitù in alcune fabbriche della città di Leicester nel centro d’Inghilterra. A denunciare la pratica, che – sempre secondo le accuse – comporta orari impossibili di lavoro e una paga quasi inesistente, è stato per primo il “Sunday Times”. “Do il benvenuto all’intervento della Us Customs and Border Protection perché porta l’attenzione su chiunque sfrutti i lavoratori senza assumersene la responsabilità”, ha dichiarato, in un comunicato, il card. Vincent Nichols, primate cattolico di Inghilterra e Galles. Anche il vescovo Patrick McKinney, responsabile della diocesi di Nottingham, dove si trova la città di Leicester, si è detto “preoccupato” dalle pratiche di cui è accusata Boohoo e ha dichiarato che “la diocesi di Nottingham continuerà a combattere per la dignità di ogni essere umano come ci chiede Papa Francesco”. Boohoo, che ha sede a Manchester, è l’azienda online di vestiti, scarpe e prodotti di bellezza in più rapida espansione del Regno Unito con profitti online annuali che superano il miliardo di euro. La Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles è impegnata da anni contro il traffico di esseri umani nel “Santa Marta Group”. L’inchiesta americana potrebbe portare a un bando dei prodotti di Boohoo negli Stati Uniti. Anche il governo britannico ha avviato un’inchiesta su Boohoo.

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