Papa Francesco: a Fidesco, essere “testimoni di tenerezza e di compassione” e “ascoltare il grido dei poveri”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Vorrei ringraziare Fidesco, i suoi responsabili, i suoi volontari, e ringraziare il Signore per il lavoro svolto in questi quarant’anni di servizio missionario, come pure per la testimonianza resa a Cristo, venuto a salvare tutto l’uomo e tutti gli uomini. La vostra azione di solidarietà è infatti orientata allo sviluppo integrale delle persone, alla cura non solo dei loro bisogni materiali ma anche della loro integrazione sociale, della loro crescita intellettuale, culturale e spirituale, dando a ciascuno la propria dignità”. Lo ha detto Papa Francesco, ricevendo in udienza, nel Palazzo apostolico vaticano, i responsabili e i volontari Associazione “Fidesco”-Organizzazione cattolica di solidarietà internazionale in occasione del 40° anniversario di fondazione. “Vi incoraggio a perseverare su questa strada, rimanendo radicati nella dottrina sociale della Chiesa. È più che mai importante, oggi, che i fedeli di Cristo siano testimoni di tenerezza e di compassione. Ascoltare il grido dei poveri che risuona dentro di sé, lasciarsi provocare dalla sofferenza degli altri e decidere di andare lontano per toccare le loro ferite – che sono le ferite di Cristo – non solo ci fa partecipare alla costruzione di un mondo più bello, più fraterno, più evangelico, ma rafforza la Chiesa nella sua missione di affrettare l’instaurazione del Regno di Dio”.
Il Pontefice ha sottolineato “la crescita personale che un impegno, anche temporaneo, nella vostra associazione può portare, a livello umano come a livello di fede. Chi si impegna nelle vostre missioni trova non solo l’opportunità di un’apertura al mondo e alle culture, ma anche il mezzo per rispondere alla misericordia che Dio gli ha usato: ‘Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso’. Trova pure un percorso spirituale in risposta al dono gratuito di Dio. Ancora una volta, merita riconoscenza l’opportunità che offrite, specialmente ai più giovani, di crescere nella fede e nell’umanità”.

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