Bimbi con sindrome di Down: Francesco, la telefonata del Papa e il “segno” di Anna

“Per me Francesco è la tenerezza di Dio. Dio ha un modo silenzioso di parlare, non è nel grande vento, non è nella tempesta, è nel venticello leggero. Francesco non parla, Francesco non ti ringrazia, però il suo guardarti, il suo stringerti per un secondo è la tenerezza di Dio che ti tocca, e questa è una cosa meravigliosa”. In un’intervista al Sir alla vigilia della Giornata mondiale per la sindrome di Down che ricorre domani, Luciano Russo parla di Francesco Maria, il suo bambino che la prossima settimana compirà sei anni. Un bimbo dolcissimo ma anche molto  determinato: quando ti incontra vuole sempre fare il girotondo e si arrabbia se alla fine non cadi “giù per terra” con lui. Perché solo mettendoti alla sua altezza puoi scoprire un mondo che altrimenti rischia di sfuggirti. Francesco Maria è un bimbo speciale, ha la sindrome di Down, e all’inizio per mamma Anna non è stato facile: “Ero molto arrabbiata con Dio; piangevo, gliene dicevo di tutti i colori e strappavo tutte le immagini sacre che mi capitavano tra le mani”. Ma nell’estate 2016, mentre sono in vacanza in Val di Fassa, nelle Dolomiti, Anna riceve “un segno”. Poco dopo Luciano scrive al Papa e il 1° agosto, di ritorno dalla Gmg di Cracovia, Francesco gli telefona: “Ho letto la tua lettera e volevo ringraziarti perché mi ha fatto tanto bene”. Luciano gli confida la sua sofferenza di fronte al dolore e alla rabbia della moglie contro Dio e gli chiede come aiutarla a ritrovare un po’ di serenità. E il Papa: “Dille: lasciati accarezzare da Dio e facciamo pace”.
“Ho avuto momenti di grande buio ma ora posso dire che ringrazio Dio di aver avuto Francesco e sento che il Signore ci accompagna – dice ancora Anna, che è terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva e ha da poco ripreso a lavorare con bambini con sindrome di Down -. Sento la sofferenza dei genitori e li accolgo in me. Dobbiamo andare avanti insieme, sanno che per qualunque dubbio o problema io ci sono”. “La luce c’è – conclude -, ma bisogna saperla vedere”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori