Terra dei fuochi: mons. Di Donna (Acerra), “l’informazone deve saper ascoltare e parlare della sofferenza della gente”

“Un’informazione corretta, non al servizio dei poteri dominanti”, capace di compiere una vera e propria “operazione verità” sulla Terra dei fuochi e l’emergenza ambientale. Lo ha affermato il vescovo di Acerra e presidente della Conferenza episcopale campana, mons. Antonio Di Donna, durante un seminario sull’etica della comunicazione e l’emergenza ambientale, nella Biblioteca diocesana di Acerra, promosso nei giorni scorsi dall’Ucsi e dall’Ordine dei giornalisti della Campania, con la collaborazione dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali.
Per il presule, l’informazione deve basarsi su dati scientifici, al fine di evitare “negazionismi” e “allarmismi”. L’informazione deve sapere “ascoltare e parlare della sofferenza della gente”. Lo stesso vescovo si definisce un “pastore convertito alla causa ambientale” dopo avere toccato con mano le conseguenze di un “dramma umanitario” nella vita delle persone e delle famiglie, soprattutto dei bambini e ragazzi colpiti da malattia e morte.
Mons. Di Donna ha parlato di “città martire che si sacrifica per tutta la Campania” con riferimento al mega inceneritore, unico della regione, imposto contro il volere della città, intorno al quale continuano a sorgere o chiedono di essere autorizzati tanti altri impianti per i rifiuti. L’ultima richiesta di autorizzazione per la realizzazione e gestione di un impianto nella zona industriale di Acerra è di queste settimane, per la quale la Regione ha convocato la Conferenza dei servizi il prossimo gennaio. Già in diverse occasioni nel passato mons. Di Donna aveva auspicato “che venga scongiurato questo accanimento”, perché “è sconcertante la ciclicità con la quale il nostro territorio diventa suolo appetibile per la realizzazione di impianti di smaltimento e stoccaggio di rifiuti”.
Il presule ha poi rimarcato l’attenzione che la Conferenza episcopale campana ha posto da tempo sul dramma della Terra dei fuochi ricordando l’incontro dello scorso ottobre a San Cipriano di Aversa con la partecipazione dei vescovi e dei sacerdoti delle terre colpite dall’inquinamento, preceduto da un altro appuntamento, a gennaio 2020 a Teano, con le diverse diocesi e oltre 400 sacerdoti. Ma anche l’incontro con le Istituzioni ad Acerra nel 2015 e il grande appuntamento dello scorso 17 aprile ad Acerra, dove sono confluite simbolicamente 78 diocesi da tutta Italia interessate dai Siti di interesse nazionale per inquinamento ambientale censiti dal ministero della Transizione ecologica.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Europa