Diocesi: Acireale, un docufilm su “le eruzioni laviche nel culto mariano delle comunità etnee”

Sui santuari mariani dell’Etna si focalizza il documentario prodotto da Freepressonline in collaborazione con la diocesi di Acireale, che verrà pubblicato dopo le feste natalizie: un racconto breve che cerca di ripercorrere alcune fra le numerose tappe di pellegrinaggio, particolarmente rappresentative per il culto dedicato alla Vergine Maria nelle comunità che vivono sulle pendici del vulcano, dove le eruzioni laviche (ma anche altri elementi naturali) hanno tracciato, nei secoli, la storia di costruzione e sopravvivenza del rito stesso.
“Il santuario mariano diventa per i pellegrini una meta particolare: per arrivare a Gesù bisogna parlare con Maria, portare a Maria le proprie fragilità. Lei è la mamma celeste che ci guarda, ci consola, ci aiuta, ci accompagna”, dice don Arturo Grasso, vicario parrocchiale della basilica di Aci San Filippo e direttore delle comunicazioni per la diocesi acese, sottolineando la natura benevola della Madonna dal presbiterio del santuario di Loreto, sulla collina della barocca Acireale.
Il viaggio continua verso la medievale Randazzo, dove si scoprirà assieme a don Domenico Massimino la simbologia della lotta fra il bene e male, rappresentata dai materiali di costruzione della Basilica di Santa Maria: pietra vulcanica e pietra bianca di Siracusa. Il percorso in auto continua verso Vena, caratteristico borgo di Piedimonte Etneo a 735 metri sul livello del mare. Nel santuario della Madonna della Vena, guidato dal sacerdote don Carmelo La Rosa, si recano ciclisti e pellegrini a ogni ora del giorno per attingere dalla sacra fonte di Maria, dove miracoli si sono manifestati in seguito all’aspersione con l’acqua sacra. A Mompilieri, nella frazione di Massannunziata, la colata lavica del 1537 si arrestò davanti ai veli della Madonna e di Sant’Agata portati in processione. Qui, ormai da anni, numerosi vulcanologi si recano per studiare l’intrusione lavica cinquecentesca nella grotta del ritrovamento della statua della Madonna delle Grazie, conosciuta come Madonna della Sciara, in riferimento alla lava dell’Etna. Ad illustrare questa storia, i racconti, don Alfio Privitera e Laura Varoncelli, una tra le guide del santuario.

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