Papa Francesco: a Studia Moralia, “andare alle periferie”

“La pandemia è una crisi universale. Tutto dipenderà dal come gli Stati programmeranno il post-Covid: se in modo umano, o se solo in modo tecnico, ossia se guarderanno prevalentemente allo sviluppo economico, finanziario, oppure se sceglieranno di ripartire dalle persone, che ovviamente valgono sempre molto di più di un semplice profitto o di un dato finanziario”. È quanto dichiara il Papa, nell’intervista concessa alla rivista scientifica dell’Accademia Alfonsiana, “Studia Moralia”. “Ciò che ci aspetta è certamente un tempo difficile, con un aumento della povertà e della fame”, prosegue Francesco: “Tutti dobbiamo agire con responsabilità, se vogliamo o no una umanità più umana, senza schiavi, senza uomini e donne sfruttati. Bisogna fare delle scelte coraggiose che impongano un cambiamento. Ma nessun cambiamento è possibile, se non cambia la visione e la percezione della realtà intorno a noi”. “Andare alle periferie”: questa, per Francesco, è la rotta che deve seguire anche la teologia morale: “Bisogna aprirsi all’incontro concreto con le periferie esistenziali senza cadere nella trappola di fare riflessioni teoriche che non hanno mai veramente incontrato il dramma e la bellezza della realtà vera. Bisogna aprirsi. La chiusura delle idee, dei preconcetti, sono queste le radici dove nascono le ideologie lassiste o rigoriste. Sant’Alfonso non è né lassista né rigorista. È un realista nel vero senso cristiano”.

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