Giornata comunicazioni sociali 2021: Corrado (Cei), “nel tema consegnato dal Papa l’invito a nuove forme di prossimità”

“La comunicazione imprime dinamicità; è un movimento continuo di relazione e apertura verso l’altro; è un gioco di svelamento e, insieme, riappropriazione del proprio essere. Nel tema che Papa Francesco ci consegna per la 55ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali c’è una sottolineatura importante sull’essenza stessa del comunicare”. Lo scrive il direttore dell’Ufficio nazionale delle Comunicazioni sociali, Vincenzo Corrado, nella sua riflessione pubblicata nella newsletter settimanale. Sottolineando il rimando alla narrazione – filo conduttore della Giornata celebrata nel 2020 -, il direttore dell’Ufficio Cei evidenzia che “in quest’anno, particolare e inedito, in cui i confini tra le persone sono stati ampliati per la pandemia e, al tempo stesso, ridotti grazie alla tecnologia, siamo chiamati a nuove forme di prossimità”. “La strada è tracciata da quel ‘vieni e vedi’ posto al centro della prossima Giornata”.
Corrado spiega che “la proposta di Gesù ai primi discepoli, ‘venite e vedrete’ (Gv 1,39), diventa la proposta che gli stessi discepoli offrono ad altri”. “È l’esperienza di una parola che include, che accoglie e che genera nuove opportunità. Da subito! È una proposta che rispetta la libertà di tutti, offrendo la possibilità di una prospettiva inedita di vita – aggiunge -. Quel ‘vieni e vedi’ ha una forza attrattiva che non si limita a una semplice informazione data quasi con distacco e disinteresse verso il destinatario, ma esprime la condivisione di una proposta che spinge a una comprensione dell’altro nella sua originalità. In questo senso l’incontro, che è alla base della stessa comunicazione, diventa pieno”.
Secondo il direttore dell’Ufficio Cei, il tema scelto da Papa Francesco, oltre a ribadire questo principio basilare, presenta anche “un elemento di novità”. “L’incontro deve avvenire con ‘le persone come e dove sono’. In sostanza, bisogna essere promotori di una comunicazione che non giudica (come) e che sappia rispettare il percorso di ciascuno senza pretendere che sia il nostro (dove). È la sfida che ci consegna nuova opportunità di riflessione, ma anche di azione. A tutti noi il compito di disegnare una comunicazione che sia rispettosa e inclusiva”.

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