Papa Francesco: a operatori sanitari Lombardia, “potremo uscire da questa crisi spiritualmente e moralmente più forti, ma dipende dalla responsabilità di ognuno”

(Foto: Vatican Media/SIR)

“Adesso, è il momento di fare tesoro di tutta” l’“energia positiva che è stata investita. Non dimenticare! È una ricchezza che in parte, certamente, è andata ‘a fondo perduto’, nel dramma dell’emergenza; ma in buona parte può e deve portare frutto per il presente e il futuro della società lombarda e italiana”. Lo ha detto, stamattina, Papa Francesco, ricevendo in udienza una rappresentanza di medici, infermieri e operatori sanitari provenienti dalla Lombardia. “La pandemia ha segnato a fondo la vita delle persone e la storia delle comunità. Per onorare la sofferenza dei malati e dei tanti defunti, soprattutto anziani, la cui esperienza di vita non va dimenticata, occorre costruire il domani: esso richiede l’impegno, la forza e la dedizione di tutti”, ha sottolineato il Pontefice. Si tratta “di ripartire dalle innumerevoli testimonianze di amore generoso e gratuito, che hanno lasciato un’impronta indelebile nelle coscienze e nel tessuto della società, insegnando quanto ci sia bisogno di vicinanza, di cura, di sacrificio per alimentare la fraternità e la convivenza civile”. E, “guardando al futuro, mi viene in mente quel discorso, nel lazzaretto, di Fra Felice, nel Manzoni (Promessi sposi, cap. 36°, ndr): con quanto realismo guarda alla tragedia, guarda alla morte, ma guarda al futuro e porta avanti”.
In questo modo, ha osservato il Santo Padre, “potremo uscire da questa crisi spiritualmente e moralmente più forti; e ciò dipende dalla coscienza e dalla responsabilità di ognuno di noi. Non da soli, però, ma insieme e con la grazia di Dio”. E ha aggiunto: “Come credenti ci spetta testimoniare che Dio non ci abbandona, ma dà senso in Cristo anche a questa realtà e al nostro limite; che con il suo aiuto si possono affrontare le prove più dure. Dio ci ha creato per la comunione, per la fraternità, ed ora più che mai si è dimostrata illusoria la pretesa di puntare tutto su sé stessi – è illusorio – di fare dell’individualismo il principio-guida della società”. Ma, ha avvertito il Papa, “stiamo attenti perché, appena passata l’emergenza, è facile scivolare, è facile ricadere in questa illusione. È facile dimenticare alla svelta che abbiamo bisogno degli altri, di qualcuno che si prenda cura di noi, che ci dia coraggio. Dimenticare che, tutti abbiamo bisogno di un Padre che ci tende la mano. Pregarlo, invocarlo, non è illusione; illusione è pensare di farne a meno! La preghiera è l’anima della speranza”.

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