Diocesi: mons. Nosiglia (Torino), “la convivenza umana non perda la capacità di costruire insieme un presente e un futuro validi per tutti”

“Da secoli, o Vergine Consolata, i torinesi sperimentano la tua delicata, discreta e sempre efficace presenza materna,
nelle gioie e nei dolori, nella fatica della vita quotidiana e nell’oscurità del dubbio che sembra impedire ogni prospettiva. Nell’insorgere di eventi imprevisti ed imprevedibili tu ci sei vicina e ci ottieni da Dio la forza per non lasciarci travolgere dagli avvenimenti”. È iniziata così la supplica che stamattina l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, ha rivolto a Maria Consolata, patrona della diocesi.
“Oggi desideriamo esprimerti la nostra viva riconoscenza perché anche nella recente pandemìa abbiamo potuto sperimentare l’efficacia della preghiera di intercessione: a te ci eravamo affidàti e tu non ci hai abbandonati – ha affermato il presule -. Tu, Madre di misericordia, infondi fiducia in tutti noi. E aiutaci a superare quella paura e ansia per il futuro che ci assilla. Gesù non ci ha promesso di annullare i nostri problemi, ma ci ha assicurato la sua costante ed efficace presenza”.
Mons. Nosiglia ha esposto con fiducia le difficoltà sulle quali ha chiesto l’intercessione della patrona: “Abbiamo bisogno, Madre Santissima, che la convivenza umana non perda la capacità di costruire insieme un presente e un futuro validi per tutti, all’interno delle famiglie e dei luoghi di lavoro, ma anche dove si prendono le decisioni politiche e sociali e dove matura la formazione delle nuove generazioni”. E ha continuato: “Abbiamo bisogno di rispetto vicendevole per poter superare ogni contrapposizione, favorendo la stima reciproca pur nella diversità di opinioni e di orientamenti, perché la costruzione della casa comune possa esprimere la molteplicità nella concordia fraterna e solidale così da farsi carico di tante situazioni di povertà e miseria presenti tra noi£.
“La nostra Città – ha concluso l’arcivescovo – ha bisogno di ritrovare iniziative imprenditoriali, fiducia nelle capacità umane e lavorative, stima del diverso e dell’immigrato, accoglienza dell’emarginato e del disabile, vicinanza con che è senza lavoro o senza un tetto”.

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