Decreto Rilancio: Falotico (Sicet Cisl), “misure sostegno agli affitti positive ma ancora insufficienti”

“Le iniziative prese dal governo per aiutare gli inquilini che non riescono a pagare gli affitti sono positive ma ancora insufficienti: bisogna sostenere anche gli inquilini del settore privato dando incentivi fiscali ai proprietari; semplificare la burocrazia; velocizzare le risorse assegnate e integrarle di almeno altri 100 milioni”. È questa, in sintesi, la posizione espressa al Sir da Nino Falotico, segretario generale del sindacato degli inquilini Sicet Cisl, a proposito delle misure contenute nel Decreto Rilancio e in altri provvedimenti governativi precedenti per sostenere le famiglie in difficoltà con il pagamento degli affitti durante l’emergenza Covid-19. “È un fatto apprezzabile – spiega Falotico  – che il tema della casa sia tra le priorità dell’agenda di governo rispetto al passato. Mettendo insieme i vari stanziamenti ai fondi (per morosità incolpevoli e per il sostegno all’affitto) si arriva ad un plafond complessivo di 255 milioni di euro, destinati prevalentemente all’edilizia pubblica. Però lasciano scoperte alcune fragilità”. A suo avviso servirebbero “misure di sostegno anche per il pagamento delle bollette, per la realizzazione di strutture per i senza tetto e incentivi fiscali per i proprietari che affittano, altrimenti si verifica una disparità di trattamento tra inquilini del settore pubblico e privato”. Certo, per chi ha perso il lavoro e a settembre sarà ancora disoccupato non sarà facile: “Per questo stiamo chiedendo di trovare forme per calmierare gli affitti – risponde -, anche perché ancora non sappiamo se ci sarà una recrudescenza del Covid-19”. Altro aspetto importante è la semplificazione delle procedure “molto farraginose”: “L’autocertificazione, che già si può fare in alcune regioni, può essere uno strumento utile. Chi ha perso il reddito si autocertifica e può ottenere un sostegno all’affitto, fermo restando i controlli a posteriori da parte delle autorità preposte”. “Confidiamo nel Parlamento perché nella fase di conversione del decreto legge tenga presente queste nostre richieste”, conclude.

 

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