Coronavirus Covid-19: don Santus (parroco Caprino Bergamasco), “in questi momenti ci si aggrappa alla fede”

“In questi momenti ci si aggrappa alla fede. A chi mi dice: ‘Io sono sempre stato un po’ lontano da Dio, ma in questo momento mi aggrappo a Lui’, io rispondo che il Signore ha le braccia aperte per tutti”. Lo racconta, in un’intervista al Sir, don Davide Santus, un giovane parroco di Caprino Bergamasco, descrivendo i momenti difficili che sta vivendo tutta la Bergamasca, a causa dell’altissimo numero di contagiati e morti per il coronavirus. “Nelle nostre chiese le candele all’immagine dell’Addolorata sono triplicate. Scrivo sul gruppo WhatsApp del paese alcuni pensieri che sono graditissimi, le persone hanno bisogno della vicinanza dei sacerdoti. C’è il desiderio di non sentirsi soli: la nostra vicinanza diventa un segno, una testimonianza piccola ma fortissima”, sottolinea il parroco.
I momenti terribili che si stanno vivendo diventano “anche un’occasione per valutare le cose importanti della vita. E vedo che questo si fa. Una signora, facendo riferimento agli immigrati, mi ha detto: ‘Credevamo che da soli eravamo sicuri. Non è vero: soli siamo tristi’. Mi ha commosso”. “Queste difficoltà stanno aprendo molto il cuore agli altri – aggiunge don Davide -. Una signora che ha una trattoria mi chiama e mi chiede di informarmi di persone sole se hanno da mangiare in modo da provvedere. E così anche altri si preoccupano di chi sta solo. È un clima tragico che sta avvicinando le persone in maniera forte”. Poi “ci sono medici e infermieri che sono esemplari: provati ma dediti. Anche il nostro medico di base, andando a visitare i malati a casa, ha contratto il virus ed è morto. Il paese è restato molto colpito dal suo esempio, dalla sua testimonianza”. Ecco, conclude don Santus, “la solitudine che stiamo vivendo può essere vinta dalla fratellanza e dal condividere la stessa fede”.

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