Sicurezza: Viminale, in calo le intimidazioni verso gli amministratori locali. 319 episodi a metà anno rispetto ai 326 dei primi 6 mesi del 2019

Nella prima metà del 2020 sono calati gli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali. Dall’esame dei dati relativi al I semestre dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2019, emerge infatti una flessione del numero di episodi: nel primo semestre 2020 sono stati 319 contro i 336 dello stesso periodo dell’anno precedente. I dati sono contenuti nel report dell’Osservatorio nazionale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali costituito al Viminale.
Si è registrata, dunque, “una diminuzione del 5,1%, trend – si legge in una nota – che viene confermato anche dall’andamento del fenomeno nel terzo trimestre 2020 che registra 143 episodi rispetto al secondo trimestre dello stesso anno che, invece, ne regista 182”.
Dai dati relativi al primo semestre 2020, risulta che la Regione che ha segnalato il maggior numero di atti intimidatori è stata la Puglia con 41 eventi rispetto ai 33 dell’anno precedente, seguita da Lombardia (37), Campania (33), Sicilia (31), Calabria (29), Emilia Romagna (23) Lazio (19), Sardegna (16), Veneto (15) e Toscana (14).
Nel complesso degli atti intimidatori, 177 sono di matrice ignota (55,4%), 46 per tensioni sociali (14,4%), 40 per tensione politica (12,5%), 35 di natura privata (10,9%), 20 di criminalità comune (6,2%) e 1 di criminalità organizzata (0,3%).
Considerando i primi 9 mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, si registra un aumento dei casi in Basilicata (da 0 a 10), in Campania (da 41 a 54), nel Lazio (da 15 a 29). Calano, invece, in Liguria (da 28 a 19), nelle Marche (da 10 a 7), in Piemonte (da 33 a 28), in Sardegna (da 39 a 20), in Sicilia (da 70 a 56) e in Toscana (da 25 a 19).
Oltre ad “episodi di reato che si sostanziano principalmente in atti fisici, verbali o danneggiamenti, ora si concretizzano nuove forme di minaccia attraverso l’uso di social network, canali web e informazione on line”, spiega il Viminale: “È proprio questa ultima modalità a rendere più comune e veloce l’intimidazione che, a portata di click, consente a chiunque di porre in essere una condotta minatoria, offensiva o diffamatoria nei confronti di un amministratore locale”.

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