Riforma Rsa: Aris-Uneba, “trasformarle in centri multiservizi territoriali” per rispondere “ai nuovi bisogni degli anziani”

Trasformare le Rsa in “centri multiservizi territoriali”, in servizi “aperti”, capaci di assicurare “interventi al domicilio delle persone anziane fragili, insieme a risposte residenziali protette”, in collegamento con le altre realtà assistenziali, “assicurando la presenza di un adeguato numero di personale medico ed infermieristico altamente specializzato nell’assistenza dell’anziano pluripatologico e spesso non autosufficiente”. E’ la proposta presentata da p. Virginio Bebber, presidente Aris, alla Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana istituita di recente dal ministro della Salute, Roberto Speranza, e guidata da mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita.
Occorre “rimodernare l’organizzazione dei servizi in una logica di continuità nella ‘presa in carico’ per inserirle in un modello complessivo nel quale la ‘prossimità'” le renda “più rispondenti alle nuove realtà, ai nuovi problemi e ai nuovi bisogni delle persone anziane fragili e delle loro famiglie”, si legge tra l’altro nel documento, redatto in collaborazione tra Aris e Uneba e presentato ieri in video-audizione. “Lavoriamo nella prospettiva di giungere a quello che potremmo definire un ‘continuum assistenziale’, in una prospettiva ampia, che vada oltre quella dell’attuale fase emergenziale. Una prospettiva ampia che ci porti al prendersi carico di una popolazione sempre più numerosa ed indebolita”, ha detto mons. Paglia accogliendo la proposta e auspicando una “costante verifica del mantenimento degli standard professionali e qualitativi necessari”.

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