Francia: Saint Denis (Parigi), sgombero campo profughi. Associazioni e media parlano di uso della forza. Le preoccupazioni del vescovo Delannoy

Rifugiati per le strade di Saint Denis e, sotto, il campo durante lo sgombero

Continua a suscitare critiche lo sgombero di un campo di migranti avvenuto nella notte di martedì 17 novembre nella municipalità di Saint Denis, alle porte di Parigi, dove vivevano – secondo un comunicato ufficiale della municipalità – 3mila persone. Sotto un ponte dell’autostrada A1 da agosto sempre più persone avevano trovato riparo. Ingenti forze di polizia hanno fatto evacuare con metodi violenti – secondo quanto hanno denunciato le associazioni umanitarie e i media locali – le persone che vivevano in situazioni estremamente precarie. Circa 500 persone non hanno trovato posto sugli autobus per i trasferimenti e a gruppi stanno cercando rifugio in altre zone della città. La scorsa notte la polizia è di nuovo intervenuta con quella che sui social è definita una “caccia all’uomo”.
In una nota ufficiale, il Comune di Saint Denis ha espresso “rammarico” per il fatto che “l’operazione non sia stata organizzata a partire dall’estate e che molti uomini single siano rimasti senza una soluzione di alloggio di emergenza”. “Seppure questa delicata evacuazione doveva avvenire, non risolve la questione dell’accoglienza”: autorità pubbliche e associazioni nazionali devono collaborare, dice sempre la nota, per “creare dispositivi di rifugio umanitario su tutto il territorio nazionale per garantire l’accesso dei migranti ai diritti fondamentali”.
Anche il vescovo Pascal Delannoy ha criticato questa “ennesima evacuazione” e la “spirale infernale che sta portando la nostra società alla disperazione e al disprezzo per l’uomo”. Secondo il vescovo, nonostante la crisi attuale se si volesse “si troverebbero – cittadini comuni e leader politici – le risorse necessarie per l’accoglienza dei migranti”.

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