Venezuela-Colombia: “Puentes”, “ponti” di pace e dialogo grazie a un’associazione di docenti dei due Paesi. Ramírez al Sir, “attenzione sulla frontiera”

Si chiama semplicemente “Puentes”, “ponti”. Ponti “di cittadinanza Colombia-Venezuela”. Sono quelli che un gruppo di docenti venezuelani e colombiani stanno costruendo tra le due nazioni confinanti, con sbocchi originali, come quello di un’orchestra composta da musicisti dei due Paesi. Sono ponti di dialogo e pace, in una fase storica in cui sembrano prevalere steccati, frontiere chiuse, tantissimi problemi che sembrano distinti e sono invece strettamente connessi. A parlarne con il Sir, per quanto riguarda il punto di vista “colombiano”, è Socorro Ramírez, già docente di Scienza politica all’Università nazionale della Colombia: “Circa un anno fa, tra un gruppo di docenti colombiani e venezuelani abbiamo dato vita a un manifesto, in novembre abbiamo promosso il primo evento bilaterale a Bogotá. A muoverci è stata la situazione dei due Paesi e soprattutto la volontà di dare appoggio alle organizzazioni umanitarie che operano in Colombia e soprattutto alla frontiera per assistere i migranti venezuelani. L’iniziativa è stata favorita dal fatto che molti docenti firmatari del manifesto si conoscono da molti anni”.
Il gruppo di “Puentes” si ritrova spesso, negli ultimi mesi, in modo virtuale. “Reciprocamente ci raccontiamo quello che sta accadendo nei nostri due Paesi e l’attenzione è, appunto, puntata su quanto accade in frontiera, dove la situazione è molto complessa, per la presenza di migranti, di coloro che tornano, di popolazioni indigene come i wayuu in La Guajira, per il ruolo delle organizzazioni criminali. Non ci siamo limitati a dialoghi accademici, ma abbiamo anche cercato di favorire momenti di dialogo specifici e settoriali, soprattutto nella zona frontaliera di Cúcuta, la più importante tra Colombia e Venezuela. Qui siamo riusciti a riunire i sindaci e varie autorità, oppure le organizzazioni umanitarie. Ora stiamo lavorando perché i due Governi centrali, al di là dell’attuale difficile situazione politica, coordinino azioni contro la pandemia. E stiamo facendo pressione per aprire corridoi frontalieri legali, dato che ora i passaggi di frontiera sono controllati dalla criminalità. Il fenomeno migratorio è di vasta portata, non si esaurirebbe se in Venezuela Maduro non fosse più presidente”.
È in questo clima che, insieme a Fundimusicol, fondazione colombiana, è nata un’orchestra che unisce musicisti colombiani e venezuelani, che nel novembre scorso ha fatto un primo concerto. “Un’iniziativa importante: non è stato facile trovare gli strumenti per i musicisti venezuelani. Presto speriamo di festeggiare il primo anno di ‘Puentes’ con un nuovo concerto”.

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