Mali: Petronin (ex ostaggio), “suor Cecilia è viva ma ha bisogno di cure. Occorre far di tutto per liberarla”

“È viva ma ha bisogno di cure suor Gloria Cecilia Narváez”, la missionaria colombiana rapita in Mali, da jihadisti legati ad Al Qaida nel Sahel, il 7 febbraio 2017. Lo ha rivelato Sophie Petronin, l’ostaggio francese liberata assieme ad altri ostaggi occidentali, tra cui padre Pierluigi Maccalli, l’8 ottobre. Petronin, riferisce l’agenzia Fides, appena tornata in Francia ha rivolto un appello al Presidente francese Emmanuel Macron perché intervenga per facilitare la liberazione di Suor Cecilia. “Il suo spirito sta cedendo. Dobbiamo fare di tutto per tirarla fuori da lì”. L’ex ostaggio francese ha affermato di aver trascorso la maggior parte della sua prigionia con la religiosa colombiana. Le due donne sono state insieme per tutto il tempo fino al 5 ottobre, quando la Petronin è stato trasferita per il successivo rilascio avvenuto tre giorni dopo. L’operatrice umanitaria francese ha detto che, insieme a Suor Gloria Cecilia, sono passate attraverso circa 30 campi diversi e hanno condiviso tutto, coperte, cibo, acqua. Petronin assicura che nessun tipo di violenza è stata mai esercitata su di loro. Il card. Jean Zerbo, arcivescovo di Bamako, ha chiesto la liberazione di tutti gli ostaggi ancora in mano a gruppi jihadisti: “Ogni volta che preghiamo, chiediamo al Signore la liberazione di suor Gloria e di tutti gli altri ostaggi. Questa è una grande umiliazione per il Mali. Sono venuti per fare del bene e sono stati rapiti dai banditi, come se fossero schiavi. È un peccato per il nostro Paese”. Nel frattempo si rinfiammano le violenze. Sono 25 le persone, inclusi 13 soldati, uccise in diversi attacchi nel Mali centrale. L’episodio più grave risale al 6 ottobre quando un gruppo jihadista ha assalito una base dell’esercito a Sokoura, vicino il confine con il Burkina Faso, e teso una imboscata alle truppe inviate come rinforzi.

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