Consiglio europeo: Sassoli (Parlamento Ue), “Brexit, fase critica nei rapporti con il Regno Unito”

“Domani mancheranno undici settimane alla fine del periodo di transizione con il Regno Unito, momento in cui il diritto dell’Ue cesserà di applicarsi in quella nazione. Per i lavoratori, le imprese, gli studenti, i ricercatori, i commercianti di beni e servizi la situazione non sarà più la stessa. Si avranno cambiamenti in ogni caso, ma saranno molto più significativi se non riusciremo a raggiungere un accordo sulle nostre future relazioni a partire dal 1o gennaio 2021”. Lo ha detto David Sassoli, presidente del Parlamento Ue, intervenendo questo pomeriggio in apertura del Consiglio europeo. “Ci troviamo in una fase critica e dobbiamo fare il punto dello stato attuale, specialmente nei riguardi dei nostri cittadini e delle nostre imprese, che desiderano sapere che cosa li attende per essere in grado di programmare il futuro e sentirsi protetti. È nostro dovere tutelare i loro interessi”. Per poi aggiungere: “Vogliamo un accordo globale incentrato su una concorrenza libera ed equa, una soluzione equilibrata e a lungo termine in materia di pesca e un meccanismo solido per garantire il rispetto delle norme. Non si tratta di tattiche, ma della salvaguardia delle fondamenta e dell’essenza dell’Unione europea e del mercato unico, che non possono essere oggetto di negoziati”.
Sebbene i colloqui si siano recentemente intensificati e l’Ue intenda continuare a negoziare fino all’ultimo momento possibile, sono piuttosto preoccupato – ha specificato Sassoli parlando di Brexit – per la mancanza di chiarezza da parte del Regno Unito, ora che ci stiamo avvicinando rapidamente alla fine dell’anno. Un accordo è nell’interesse di entrambe le parti ma, come ho già detto in precedenza, ciò non può mai avvenire a qualsiasi costo. Ci auguriamo che i nostri amici del Regno Unito sfruttino il ristretto spiraglio di opportunità rimasto per lavorare in modo costruttivo al fine di superare le nostre differenze”. Sassoli ha quindi chiesto che Londra rispetti gli accordi sottoscritti dai governi britannici per evitare di mettere a rischio i diritti dei cittadini europei, la pace in Irlanda e gli stessi rapporti Ue-Regno Unito.

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