Carabinieri: Napoli, celebrazioni del centenario della nascita di Salvo D’Acquisto

Oggi, a 100 anni dalla nascita, 15 ottobre del 1920, l’Arma dei Carabinieri ha ripercorso le fasi salienti della vita del vice brigadiere Salvo D’acquisto, rievocando –  con la partecipazione di autorità militari e civili –  il  suo gesto eroico con il quale sacrificò la propria vita per salvare quella di 22 innocenti, rastrellati dalle SS tedesche tra le abitazioni di Torrimpietra, sul litorale romano. Prima tappa la Basilica di Santa Chiara a Napoli, città natale del vice brigadiere, dove, si è celebrata la Messa officiata dal Capo servizio assistenza spirituale del Comando legione carabinieri “Campania”, don Franco Facchini – insieme a don Giuseppe Praticò (postulatore per la causa di beatificazione di Salvo D’Acquisto) e dal parroco di Santa Chiara, padre Giovanni Paolo Bianco. Sulla tomba dell’eroe, le più alte cariche  militari dell’Arma hanno deposto un cuscino di fiori. Dopo la Messa nell’aula magna storica dell’università degli studi di Napoli “Federico II”, il fratello del vice brigadiere, Alessandro D’Acquisto, ha rievocato episodi di vita familiare vissuti con Salvo. Luigi Musella, ordinario di storia contemporanea all’università Federico II, ha inquadrato il periodo durante il quale visse D’Acquisto. Musella ha descritto la figura del carabiniere, come “un esempio di etica civile e morale di riferimento per tutti che conquista i princìpi di una religione laica”. All’incontro è intervenuto anche Giuseppe De Cristofaro, sottosegretario di Stato al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Secondo De Cristofaro “sono vivi i ricordi degli eroi, come esempi di altruismo che non conosce limiti. L’uomo deve porsi davanti al male con la schiena dritta, come ha fatto Salvo D’Acquisto. E’ dovere di tutti – ha proseguito il sottosegretario – rendere questa storia non muta, evidenziando che l’umanità si salva solo se si salva insieme”. Il sacrificio di Salvo D’Acquisto “deve essere un pezzo straordinario di storia da trasmettere agli studenti, a tutte le presenti e future generazioni. Un gesto di prezioso coraggio che incontra la brutalità della seconda guerra mondiale, un simbolo di libertà, sacrificio: un gesto che rimette le cose a posto e che restituisce alla storia l’umanità perduta”.

 

 

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