
I capi delle Chiese ucraine e delle organizzazioni religiose, in una Dichiarazione diffusa oggi, chiedono “a tutto il mondo civilizzato” un impegno affinché “adottino tutte le misure possibili per fermare la barbarie perpetrate dalla Federazione Russa che lancia attacchi missilistici e droni contro antichi santuari e chiese, catturando e perseguendo i cristiani e altri leader religiosi a causa della loro fede e convinzioni”. Il Consiglio prende così la parola dopo che nella notte di due giorni fa, a seguito di un massiccio attacco su Kyiv, la cattedrale Santa Sofia, inclusa nella Lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco, ha subito danni.

Kyiv, cattedrale Santa Sofia danneggiata da attacchi russi (Foto Risu)
La cattedrale è la più antica chiesa dei tempi dell’antico Stato di Kyiv – la Rus’ – Ucraina. Fu costruita nell’XI secolo, e la sua edificazione ebbe inizio sotto il regno del principe Volodymyr il Grande, che battezzò la Rus’. Sulla parete di questa cattedrale è conservato un mosaico unico della Vergine che prega – la Vergine Orante. Gli affreschi della cattedrale includono anche frammenti della storia dell’Europa medievale, tra cui le mogli di sovrani europei dell’epoca e le figlie di San Jaroslav il Saggio. La chiesa sopravvisse all’invasione dei Mongoli del XIII secolo e durante l’epoca di Josif Stalin sebbene il regime volesse abbatterla. La chiesa sopravvisse indenne anche attraverso la Seconda guerra mondiale. “Solo i barbari contemporanei della Russia, privi di qualsiasi rispetto per il sacro, l’hanno colpita, provocando i danni alla cattedrale di Santa Sofia di Kyiv che oggi osserviamo”, scrivono i leader religiosi.
Nella dichiarazione, i capi delle Chiese e delle organizzazioni religiose denunciano che “purtroppo, questo non è l’unico caso di distruzione di santuari ucraini da parte delle forze armate russe”. Dall’inizio dell’invasione su vasta scala, la Russia ha distrutto e danneggiato 670 chiese e case di preghiera, ha ucciso 60 sacerdoti di varie chiese e organizzazioni religiose. Numerosi sacerdoti e pastori sono stati arrestati illegalmente e sono stati rinchiusi in prigionia russa.
“Nei territori ucraini, temporaneamente occupati dalla Russia – si legge nella dichiarazione –, continuano le brutali persecuzioni religiose, inclusi arresti e detenzioni illegali di sacerdoti di diverse confessioni, continuano ad essere confiscati gli edifici di culto che vengono adibiti per uso militare o amministrativo da parte degli occupanti russi, vengono chiuse le chiese e gli edifici di preghiera, viene attuato il controllo totale della vita religiosa e indirizzato il suo orientamento a sostegno dell’occupazione”. Da qui, il Consiglio pan-ucraino rinnova l’appello ai rappresentanti della comunità internazionale “esortandoli a utilizzare immediatamente ogni mezzo possibile di pressione sul governo russo, al fine di fermare i criminali bombardamenti delle città ucraine, tra cui Kyiv”.