Attraverso un videomessaggio, l’arcivescovo di Cali, mons. Luis Fernando Rodríguez Velásquez, rivolge un appello accorato a fermare l’escalation di violenza che sta colpendo i dipartimenti sud-occidentali colombiani di Valle del Cauca e Cauca, dopo gli oltre 12 attentati che, in un solo giorno, sono stati registrati in quelle regioni del Paese e che hanno causato diversi morti, feriti e distruzione di locali. Con il titolo “Verso una pace disarmata e disarmante” – lo stesso di una lettera pastorale inviata da mons. Rodríguez, ieri, a tutti i membri della sua arcidiocesi -, l’arcivescovo chiede agli attori armati e alla società in generale di “cessare una volta per tutte gli atti di violenza” e di accogliere il messaggio di riconciliazione del Vangelo: “Vi lascio la mia pace, vi do la mia pace”.
Esorta il presule: “Che siamo capaci di compiere passi verso un’etica coraggiosa per poter trovare le vie che ci aiutino a risolvere i conflitti”, invitando a “disarmare i cuori, le armi e la parola”, riconoscendoci fratelli, anche nella differenza”. Alludendo al periodo di violenza che ha segnato la Colombia negli anni ’90, ricorda che la regione “non può rivivere ciò che ha vissuto più di 30 anni fa”. Insiste sul fatto che “il dolore del passato non può ripetersi oggi” e chiede che finisca “ogni escalation di violenza” e che i cittadini siano “strumenti di pace e riconciliazione”.
Nella più articolata lettera pastorale, evocando Leone XIV, l’arcivescovo sviluppa una profonda riflessione sulla crisi di violenza in quella e in molte altre regioni del Paese e propone percorsi concreti per costruire una pace sostenibile. Tra i punti chiave del documento spiccano: la totale condanna della violenza; l’appello al dialogo, con tutti i settori sociali; il disarmo integrale, non solo delle armi, ma anche dei discorsi di odio e delle azioni che disumanizzano l’altro; la memoria storica; l’impegno della Chiesa, nel facilitare spazi di riconciliazione e accompagnamento alle vittime.