Adozioni internazionali: Aibi, sul proprio sito una sezione dedicata ai “Figli in attesa” di famiglia per i casi difficili

“Tutte le bambine e i bambini del mondo desiderano e hanno bisogno di una famiglia in cui crescere e sentirsi accolti come figli. Eppure, nel mondo, sono milioni i bambini abbandonati che vivono negli orfanotrofi, per non parlare di quelli presenti nei campi profughi e di chi rimane invisibile nelle strade delle grandi metropoli. Per tutti loro, ogni giorno che passa senza una famiglia è un giorno che non può essere vissuto in pienezza. E se si ritiene che avere una famiglia sia un diritto umano fondamentale, tenere i bambini in orfanotrofio o in affido sine die dovrebbe essere riconosciuta come una violazione dei diritti umani. Perché, nei fatti, l’abbandono è un’emergenza umanitaria globale, proprio come la fame, la guerra e la malattia”. La consapevolezza di tutto questo è ciò che ha spinto Aibi-Amici dei bambini alla creazione, all’interno del suo sito internet, della sezione “Figli in attesa”, dove “vengono riportati gli appelli all’adozione di quei bambini che rimangono sempre in fondo alle liste dei minori adottabili, avendo ancora meno chance degli altri di poter trovare una famiglia che li accolga”.
Si tratta, spiega l’Aibi, “di bambini dichiarati adottabili con alle spalle traumi complessi o che presentano altri fattori e caratteristiche che creano barriere, che li portano a rimanere nel limbo dell’attesa del sistema di protezione per troppo tempo”. Eppure, “la maggior parte dei “problemi” non hanno soluzioni così complesse. Certo, ci vogliono una buona preparazione e la consapevolezza delle sfide da affrontare; ci vogliono maggiore disponibilità, una rete allargata solidale e collaborativa, aspettative realistiche e una grande pazienza. Ma nulla che non sia alla portata di un cuore grande e del desiderio di far tornare un bambino abbandonato a sentirsi davvero, finalmente, figlio”.
Attualmente sono circa 45 i bambini il cui appello è presente nel portale “Figli in attesa”, “45 vite di cui si possono leggere le schede e, una volta loggati e ricevuta la password, anche tutte le informazioni aggiuntive che possono aiutare a conoscere meglio ogni singola vicenda, nonché, laddove ci sia l’esplicita autorizzazione de parte dell’Autorità centrale straniera competente, anche eventuali fotografie e video”.
Chiunque può aiutarli: le coppie che sono già in possesso del decreto di idoneità possono accedere all’area riservata e contattare Aibi per chiedere maggiori informazioni sui singoli appelli; ma anche chi non è interessato direttamente all’adozione può leggere le loro storie e contribuire a diffonderle, parlandone agli amici e condividendole con i propri contatti. “Ogni piccolo gesto può avere un valore immenso quando in gioco c’è, letteralmente, la vita di un bambino che chiede solo di poter tornare a essere figlio”, conclude l’Aibi.

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