
“Come Chiesa latinoamericana, sentiamo come un dovere morale ineludibile quello di impegnarci insieme ai governi, ai leader sociali e ambientali, agli scienziati, agli imprenditori, agli educatori e a tanti altri attori religiosi, sociali e accademici, ad affrontare la crisi ecologica che ci spinge a ripensare il bene comune e a coltivare il dialogo sociale sull’ecologia integrale, come proposto nella Laudato si’, riconoscendo la profonda interdipendenza tra l’essere umano, la società e la natura”. Lo ha detto, questa mattina, il card. Jaime Spengler, arcivescovo di Porto Alegre e presidente del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), intervenendo a Roma, al convegno “Transizioni giuste: il ruolo della Chiesa nella costruzione di una visione latinoamericana di sviluppo sostenibile dal punto di vista sociale, economico e ambientale”, promosso alla Pontificia Università Gregoriana, su iniziativa dell’Ambasciata della Colombia presso la Santa Sede, in occasione dei 190 dello stabilimento di rapporti diplomatici tra i due Paesi.
Si è trattato dell’occasione per un intervento di ampio respiro, traguardato alla prossima Cop30 di Belém, in Brasile. “Questa visione – ha detto il presidente del Celam – corrisponde a una risposta etica, spirituale e sociale alle ingiustizie ambientali, che richiede una conversione degli stili di vita, dei modelli di consumo e delle politiche economiche, poiché la cura della ‘casa comune’ è un impegno essenziale, e costituisce il punto di partenza per la nostra partecipazione alla prossima Cop30 che si terrà nel novembre di quest’anno, a Belém do Pará”. Ha proseguito Spengler: “In vista della Cop30, proponiamo la necessità di rafforzare, soprattutto nel Sud del mondo, una posizione profetica ancorata al nostro impegno per la giustizia socio-ambientale e denunciando le false soluzioni climatiche. È chiaro che le misure attuali non sono all’altezza né corrispondono alla rapidità degli impatti climatici. Sono necessari cambiamenti strutturali urgenti!”.