Ucraina: arcivescovo di Kiev Shevchuk su negoziati, “né tregua né resa incondizionata all’aggressore. Serve una pace positiva”

Né una tregua né “una resa incondizionata all’aggressore”. “Nel discorso al corpo diplomatico, Leone XIV ha chiarito che serve una pace positiva”. Ad “elencare” i presupposti per una pace giusta e duratura è S.B. Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, in un’intervista ad Avvenire e Sir, che sarà pubblicata domani sul quotidiano nazionale e sul sito www.agensir.it. “Quando Leone XIV si è affacciato dalla Loggia delle benedizioni dopo la sua elezione, ha esordito con la frase ‘La pace sia con voi’ dando voce a un desiderio che ha l’intera Ucraina. Poi ha parlato di pace in ogni suo intervento successivo. Tutti noi ci siamo chiesti quale pace intendesse Leone. Ormai il vocabolo ‘pace’ ha perso il suo significato reale. Se guardo al nostro Paese, una parte del consesso internazionale fa coincidere il termine ‘pace’ con la resa incondizionata all’aggressore”. Il Papa invece “ha specificato che la pace non è tregua dove basta una scintilla per far riesplodere tutto, come pensa l’Ucraina in caso di congelamento del conflitto. La pace, che è dono di Dio, va collegata con la giustizia. Ed è ciò che il nostro Paese ha gridato dall’inizio dell’invasione su vasta scala. E la pace non può essere disgiunta dalla verità. Altrimenti diventa una pace tradita o menzognera. Il male va chiamato per nome e nessuno può costringerci a un accordo immediato con il nemico. Infine, la pace chiama la dignità”. “Fin dalla sua elezione, il presidente Trump ha intimato all’Ucraina di essere realista, di accettare quanto accade sul campo, di cedere una parte delle sue terre”, ha detto Shevchuk, “non solo la Crimea, ma anche le quattro regioni di Lugansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson che, benché non del tutto conquistate, la Russia considera già annesse. Ma né Trump né molti altri si sono mai chiesti: e le persone? Che ne sarà degli ucraini di quelle regioni?”. E alla domanda se ripone fiducia nei tentativi negoziali avviati in questi giorni, Shevchuk risponde: “Mi affido alle parole di Papa Leone: è l’ora della diplomazia. L’unica alternativa allo scontro armato è il dialogo”.

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