
“Domani parteciperò alla Messa di inizio del Pontificato di Papa Leone. Intendo porgere un messaggio sincero di amicizia, di rispetto e di dialogo. E voglio invitarlo in Terra Santa, qui da noi. Per incontrare il popolo israeliano”. Così il presidente israeliano Isaac Herzog in un’intervista al quotidiano Avvenire. “Inutile nascondere che ci siano state tensioni – dice Herzog -. Ma la speranza è sempre di vedere dei cambiamenti. E siamo pronti a iniziare questo nuovo capitolo nella storia delle nostre relazioni”. Il presidente parla del conflitto a Gaza: “Credo che, fino a qui, il dolore della mia gente per il 7 ottobre non sia stato davvero capito. È stato il massacro di persone che vivevano accanto, in senso fisico, a chi le ha uccise, bruciate, stuprate, rapite nel modo più crudele che si sia mai visto. Questo ha innescato meccanismi di auto-difesa, in un popolo intero”. E sul dolore dei palestinesi: “Noi israeliani lo sentiamo, lo viviamo come nostro. Ma c’è un’unica chiave: il rilascio degli ostaggi”. Il presidente israeliano parla poi dell’emergenza aiuti: “Il governo sta trattando con i partner internazionali per studiare un meccanismo per bypassare Hamas, che non usa certo gli aiuti per sfamare i palestinesi, ma per nutrire la macchina della guerra. Potrete vedere sviluppi molto presto”. Herzog valuta quindi la prospettiva dei due popoli per due Stati: “Dobbiamo ricostruire la fiducia, che non c’è. Ma sono appena tornato dalla mia visita in Germania, dove ho incontrato il mio caro amico, presidente Steinmeier. Se succede questo con i tedeschi, dopo l’Olocausto, potrà succedere anche con i palestinesi”. Infine, un’analisi sull’ondata di antisemitismo in Europa: “Lo chiamano antisionismo, o anti-israelismo. Stiamo monitorando il fenomeno in tutto il mondo, e ritengo che in Italia il governo stia facendo passi importanti. Credo che l’antidoto sia soprattutto uno: la conoscenza. Ascoltassero Liliana Segre. Leggessero Primo Levi”.