All’insegna della frase “I poveri sono la nostra porta santa”, emblematica di tutta una impostazione giubilare, la famiglia guanelliana apre le porte della struttura perugina, la Casa Sereni e relativa chiesa (via Tuderte 48) a Perugia, domenica 24 maggio, per un vero e proprio pellegrinaggio.
I poveri sono la “porta da varcare”: non un uscio da superare, ma un volto da scoprire, quello di Gesù. Lo sottolinea don Giovanni Amico, parroco, direttore della Casa. In ogni povero che incontriamo, siamo chiamati a compiere il pellegrinaggio verso Cristo presente nel bisognoso e ricordare il peso della frase: “L’avete fatto a me” (Mt 25).
“In questa esperienza giubilare – ricorda don Giovanni – vogliamo aprire la porta santa con gli ultimi, ascoltando la Parola di Dio, conoscendo l’esperienza dei santi e condividendo i luoghi dove vivono i ‘buoni figli’ del Don Guanella, accompagnati dagli educatori del Centro di riabilitazione e da cooperatori guanelliani che agevolino l’incontro”.
Quello che si vuol proporre, “invitando singoli e gruppi a questa giornata giubilare, è una sorta di ‘format’ che può dar vita a itinerari diversi e in luoghi di servizio diversi, ma con le medesime istanze teologico-pastorali”.
Dalle ore 9, quando sono previsti arrivi e accoglienza, la Giornata si dipanerà in vari momenti.
Alle 9.30, in chiesa, presentazione della giornata da parte di don Wladimiro Bogoni: Il significato teologico-pastorale del “Giubileo della carità” e Indicazioni metodologiche. A seguire, meditazione del biblista fra Giulio Michelini (sul brano di Matteo 25,31-46: “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”), e una seconda del biblista fra Georges Massinelli (“San Francesco e il bacio al lebbroso”).
Seguiranno incontri con gli ospiti della Casa, pranzo, tavole sinodali e altri momenti d’incontro, culminando alle 15.30 nella celebrazione eucaristica prefestiva presieduta dall’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, mons. Ivan Maffeis, con la presenza di don Umberto Brugnoni.