Ambiente: Libera e Legambiente, “5 proposte a Governo e parlamento e altrettanti impegni per contrastare con più efficacia le ecomafie”

“La lotta all’ecomafia e all’illegalità ambientale richiede, insieme a norme più incisive e maggiori risorse, un ruolo sempre più attivo e consapevole da parte di tutte le persone e le associazioni che si battono per la legalità e la tutela dell’ambiente”. È quanto si legge nel Manifesto presentato a conclusione di ControEcomafie, la Conferenza nazionale organizzata da Legambiente e Libera. Legambiente e Libera si assumono cinque impegni: sostenere le comunità locali nelle vertenze contro l’aggressione ecocriminale ai territori in cui vivono, anche attraverso azioni di carattere giudiziario; sviluppare campagne nazionali, come “Ecogiustizia subito” e “Fame di verità e giustizia”, per sollecitare risposte istituzionali sulla giustizia ambientale e sociale; organizzare attività di monitoraggio civico, come quelle sviluppate in occasione delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, per ottenere trasparenza nell’utilizzo di risorse pubbliche in materia ambientale; promuovere iniziative rivolte alle scuole e alle Università per diffondere ancora di più tra le giovani generazioni la conoscenza dell’ecomafia, delle cause e delle risposte necessarie; monitorare il rispetto, a livello europeo e internazionale, di tutti gli impegni adottati per contro l’ecocriminalità transnazionale.
“La lotta alle mafie, all’ecomafie, la tutela dell’ambiente – ha dichiarato don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera – sono le nuove sfide, c’è una lettura nuova, necessaria che deve essere fatta oggi più che mai in questo momento. La lotta alle mafie sarebbe già stata debellata se non ci fossero coinvolgimenti tra mafia e politica che si sono succeduti negli anni in forme e modi diversi. Oggi c’è una patologia nazionale che si chiama corruzione ma guarda caso che alcuni meccanismi di contrasto alle mafie e corruzione sono stati messi in discussione e alcuni casi modificati. Ma anche noi dobbiamo impegnarci, fare la nostra parte darci una mossa e assumerci le nostre responsabilità. Abbiamo bisogno di persone che si impegnino di più”.
“Grazie al nostro lavoro trentennale di pressione e mobilitazione – ha sottolineato il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani – siamo riusciti a far approvare dal Parlamento vere e proprie riforme di civiltà, come l’inserimento dei delitti ambientali e dei reati contro il patrimonio culturale all’interno del Codice penale. Ora è arrivato il momento di completare la rivoluzione normativa contro le ecomafie e la criminalità ambientale, a provando le norme contro gli animali e l’abusivismo edilizio. Non ci sono più alibi per ritardare ulteriormente queste riforme, anche alla luce del recente inserimento nella Costituzione italiana della tutela ambientale, della biodiversità e degli ecosistemi, insieme al principio fondamentale per cui non si può esercitare l’iniziativa economica privata, in danno della salute e dell’ambiente”.

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