Papa Francesco: Sideman (amb. Israele presso Santa Sede) al Sir, “impegnato a rendere l’umanità e il mondo un luogo migliore e più pacifico”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Un uomo gentile, umile e affabile, mosso da una ricerca e da un impegno verso l’umanità e l’ambiente, che caratterizzavano ogni sua azione. Aveva anche un sano senso dell’umorismo, che ammiravo profondamente. È stato un vero onore e un privilegio averlo potuto conoscere personalmente”. Con queste parole, rilasciate al Sir, l’ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, Yaron Sideman, ricorda Papa Francesco, deceduto questa mattina, in Vaticano. Per il diplomatico israeliano, ricevuto da Papa Bergoglio in udienza il 19 settembre scorso per la presentazione delle Lettere Credenziali, il Pontefice lascia in eredità l’impegno a contrastare l’antisemitismo: “Nel suo messaggio pasquale di domenica scorsa – un giorno prima della sua scomparsa – il Papa ha sottolineato il suo appello e impegno a rendere l’umanità e il mondo un luogo migliore e più pacifico. Ha specificamente affermato che ‘il crescente clima di antisemitismo in tutto il mondo è preoccupante’ e ha chiesto il rilascio degli ostaggi ancora detenuti a Gaza. Che i suoi ripetuti appelli su queste questioni critiche siano ascoltati” è l’auspicio di Sideman. Altra costante del pontificato di Papa Francesco, secondo il diplomatico israeliano, è il dialogo con l’ebraismo, in questo anno che segna anche i 60 anni della Nostra Aetate. “La visita del Papa in Israele e la sua visita alla Sinagoga di Roma – ricorda Sideman – sono due gesti significativi che affermano e sottolineano il suo impegno nell’attuazione del messaggio contenuto nella Nostra Aetate, quello di trasformare un dialogo basato sull’odio e sulla sfiducia in uno fondato sul rispetto e sulla stima. C’è ancora molto lavoro da fare per stabilire questa nuova realtà. Un impegno che Papa Francesco, come i suoi predecessori, ha portato avanti”. Significativi, ha poi concluso l’ambasciatore – “i tre diversi incontri con le famiglie degli ostaggi in mano ad Hamas e la richiesta costante del loro rilascio ribadita in numerose occasioni. La sua voce morale su questa questione è stata e rimane di fondamentale importanza. Ha ribadito questo appello ancora una volta, il giorno prima della sua scomparsa, nel suo messaggio pasquale”.

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