Papa Francesco: mons. Sacchi (Casale Monferrato), “pastore con l’odore delle pecore, ci ha insegnato a non avere paura della tenerezza, a non chiudere le porte della misericordia”

“Il pastore con l’odore delle pecore”. Così il vescovo di Casale Monferrato, mons. Gianni Sacchi, ricorda Papa Francesco. In pellegrinaggio diocesano a Lourdes, con gli ammalati, il presule ha voluto “esprimere i miei sentimenti e quelli della nostra diocesi di Casale Monferrato”. “Nel giorno in cui la Chiesa intera saluta con dolore e gratitudine Papa Francesco, mi unisco alla preghiera di tutto il popolo di Dio, rendendo grazie per la sua vita donata instancabilmente al Vangelo”, prosegue mons. Sacchi, per il quale “Papa Francesco è stato per noi pastore, fratello e padre. Con la sua parola limpida e diretta, ci ha insegnato a non avere paura della tenerezza, a non chiudere le porte della misericordia, a camminare nelle periferie dell’esistenza, dove abita Cristo stesso”. “Il suo magistero e il suo esempio hanno lasciato un’impronta profonda nella storia della Chiesa e nei cuori di milioni di persone”, rileva il vescovo, che ricorda “con commozione i tanti incontri personali che il Signore mi ha concesso con lui in questi anni. In particolare, custodisco nel cuore il lungo colloquio avuto con Papa Francesco nel gennaio 2019: oltre cinquanta minuti di dialogo intenso, paterno, libero, nel quale ho potuto toccare con mano la sua umanità, la sua fede profonda, la sua passione per il Vangelo e per ogni uomo”. “Era un uomo – sottolinea mons. Sacchi – che ascoltava, che ti guardava negli occhi e che portava sulle spalle il peso della Chiesa, con umiltà e determinazione. Mi tornano alla mente le sue parole: ‘Il vero potere è il servizio’. Papa Francesco ha servito, fino alla fine, anche nei momenti di maggiore fragilità fisica, con la forza mite di chi ha posto tutta la sua fiducia nel Signore”. “Oggi – conclude il vescovo – lo affidiamo alla misericordia di Dio, certi che ora può riposare in quella pace che lui stesso ha annunciato con la vita e con la parola. E a noi resta l’impegno di non dimenticare il suo esempio, di custodirne il testamento spirituale e di continuare a camminare, come ci ha insegnato, con ‘il passo di Dio: il passo della misericordia, il passo della prossimità’. Caro Papa Francesco, grazie”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa