Papa Francesco: card. Repole (Torino e Susa), “ha cercato di comunicare l’amore di Dio con ogni mezzo e ad ogni latitudine”

“Il Papa se n’è andato nell’Anno della Speranza, il Giubileo che aveva tanto desiderato. Ora è davanti al Signore ed era questa la sua grande speranza, che Francesco ha cercato di condividerci: la notizia che un giorno saremo tutti nell’abbraccio di Dio”. Così il card. Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, commenta la morte di Papa Francesco. “Siamo nei giorni della Pasqua, che ieri Francesco ha ancora celebrato con noi”, ha aggiunto il porporato: “Nel grande dolore per la morte, ma anche nella fiducia dell’abbraccio tenerissimo di Dio le Chiese di Torino e Susa, la Chiesa piemontese dove il Papa aveva le sue radici, pregano per Francesco con affetto e tanta riconoscenza per aver speso la vita, tutta la sua vita lunga e generosa, ad annunciare la gioia del Vangelo”. “È una gioia senza eguali, ‘Evangeli gaudium’ – commenta il card. Repole –: viene dalla notizia che Gesù è risorto e perciò il mondo, questo nostro mondo così difficile e violento, non sarà sconfitto dal male”. “Papa Francesco – ha aggiunto l’arcivescovo – ha cercato di comunicare l’amore di Dio con ogni mezzo e ad ogni latitudine, l’ha fatto con parole semplici che tutti potevano comprendere: ha spiegato ai potenti della Terra e agli ultimi, ai poveri, alle persone scartate, che il volto di Dio è innanzi tutto Misericordia e questo volto è in grado di cambiare il nostro cuore, può addirittura cambiare il corso della storia”. “Speranza, misericordia. Come suonano diverse, queste parole, di fronte alle regole imperanti della guerra e della sopraffazione!”, rileva il cardinale: “Basta prenderle sul serio. Credo che sia per questo messaggio mite e sorridente che il Papa è stato tanto amato dagli uomini e dalle donne del nostro tempo, anche da chi non crede; per questo messaggio è stato riconosciuto come riferimento fondamentale negli equilibri internazionali”. “Nelle ore dell’addio, vorrei che raccogliessimo le parole che il Papa ci ha lasciato in consegna”, l’esortazione di Repole: “Le terremo nel cuore”. “Porterò, io personalmente, il ricordo grato dell’amicizia che mi ha legato a Papa Francesco, la coscienza delle responsabilità che mi ha affidato, l’immagine – a me carissima – del giorno in cui volle incontrare i miei genitori e la mia famiglia con tanto affetto e semplicità. Soprattutto – ha concluso il porporato – porterò, spero che porteremo tutti, il ricordo di un uomo che ha creduto e ha testimoniato il Vangelo”.
Mercoledì 23 aprile alle 20.30 in cattedrale, a Torino, il card. Repole guiderà una veglia di preghiera per entrambe le diocesi; prevista la diretta streaming.

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