Terra Santa: Patton (custode), “lungo la storia si è ripetuto più volte il tentativo di rimuovere la croce di Gesù come fosse una presenza fastidiosa”

“Riscoprire la forza sanante della Croce”: è il messaggio lanciato ieri dal custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, dall’antica cava di pietra che in alto conserva i resti del Calvario e un po’ più in basso ospita il Santo Sepolcro, luogo dove si custodisce la memoria del ritrovamento della vera Croce da parte della santa regina Elena. La Croce venne occultata nel punto più basso della cava, ha ricordato il custode, nel “tentativo di eliminarne la memoria” e quella di Gesù, “un tentativo destinato a fallire, fin dal principio”. Alla morte e sepoltura di Gesù, ha ricordato padre Patton, “corrisponde la sua risurrezione il terzo giorno. Alla persecuzione della prima comunità cristiana di Gerusalemme corrisponde la diffusione della Chiesa in tutto il mondo. All’occultamento della Croce, del Calvario e del Sepolcro corrisponde il loro ritrovamento e la trasformazione di questo luogo nel cuore della cristianità, nel luogo da cui la speranza promana e dà senso alla vita di ciascuno di noi e alla storia dell’umanità”. Lungo la storia, periodicamente, “si è ripetuto più volte il tentativo di cancellare la memoria della Pasqua di Gesù, di rimuovere la sua croce come fosse una presenza fastidiosa, e di eliminare la presenza cristiana. Nell’ultimo secolo ci hanno provato tutti i regimi totalitari, indipendentemente dalla loro ispirazione ideologica. In tempi più recenti ci hanno provato e continuano a provarci sia i fondamentalismi religiosi, sia le ideologie secolari. Il nome di Gesù non va pronunciato e la sua parola dev’essere silenziata, le croci vanno tolte sia dove governa l’Isis sia dove governano liberalissimi governi che hanno fatto del laicismo un idolo. Ancora e di nuovo anche i cristiani sono costretti a lasciare le loro patrie di origine per forme di persecuzione diretta o per forme di discriminazione strisciante. Ma Gesù Cristo, Figlio di Dio incarnato, morto e risorto per noi e per la nostra salvezza, è più vivo che mai. Continua a parlarci la tomba vuota, che attira milioni di fedeli e anche il Corpo di Cristo (che è la Chiesa) continua ad essere vivo e vitale; e a dispetto di ogni apparenza, anche se sembra agonizzare in Occidente, si manifesta vivo e vitale in altri continenti”. “Oggi – ha concluso – celebriamo il ritrovamento della vera croce e ancora una volta siamo invitati ad alzare lo sguardo verso Gesù Cristo. È l’unico antidoto efficace contro i morsi dei tanti serpenti che avvelenano la cultura contemporanea e che derivano da una insufficiente capacità di fidarsi di Dio e della sua parola, come era successo al popolo eletto peregrinante nel deserto”. La Croce come “antidoto all’egoismo, alla mormorazione e alla lamentela, all’inimicizia e all’odio, alla cultura che ha eliminato Dio dal proprio orizzonte e lascia le persone sole e disperate di fronte al mistero e alla cruda realtà del soffrire e del morire”.

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