Supplica a Madonna di Pompei: card. Zuppi, “il cristiano entra nelle pieghe della vita vera, scende nei problemi per cercare lì la presenza del Signore. Non accettiamo la logica di non fare nulla”

“Possano i responsabili delle Nazioni ascoltare il desiderio della gente che soffre e vuole la pace!”: il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nella sua omelia a Pompei, nella messa che oggi precede la supplica alla Beata Vergine del Rosario, ha ricordato le parole, sessanta anni fa, di San Giovanni XXIII che “sentiva, come vicario, umile ed indegno di colui che il profetico annuncio chiama il Principe della pace, (Cf. Is 9,6) il ‘dovere di spendere tutte le nostre energie per il rafforzamento di questo bene’”. Nella Pacem in terris, il “Papa buono”, ha proseguito il porporato, implorava: “Allontani egli dal cuore degli uomini ciò che la può mettere in pericolo; e li trasformi in testimoni di verità, di giustizia, di amore fraterno. Illumini i responsabili dei popoli, affinché accanto alle sollecitudini per il giusto benessere dei loro cittadini garantiscano e difendano il gran dono della pace; accenda le volontà di tutti a superare le barriere che dividono, ad accrescere i vincoli della mutua carità, a comprendere gli altri, a perdonare coloro che hanno recato ingiurie; in virtù della sua azione, si affratellino tutti i popoli della terra e fiorisca in essi e sempre regni la desideratissima pace”. Ed è questa, ha precisato il presidente della Cei, “la nostra preghiera. Non restiamo a fissare il cielo per non guardare la durezza della realtà, incerti di fronte a tanta manifestazione del male, pensando che la fede e la speranza siano possibili solo in un mondo lontano invece di viverle in questo minaccioso com’è. L’angelo ci scuote sempre”. Il card. Zuppi ha avvertito: “Il cristiano non è un uomo fuori dalla storia. Anzi: in un mondo dimentico e volatile, che fugge dalle responsabilità e non ha visioni, il cristiano entra nelle pieghe della vita vera, scende nei problemi per cercare lì la presenza del Signore. Oggi siamo noi riuniti con Maria, siamo la sua famiglia di discepoli chiamati e mandati, perseveranti e concordi nella preghiera. Questa ci rende consapevoli dell’amore di Dio e forti di questo, anche perché ‘chi non ama rimane nella morte’. Non c’è via di mezzo. ‘Chiunque odia il proprio fratello è omicida’”. “Il seme del male – ha aggiunto – è sempre terribile e purtroppo fertile. Ma anche quello dell’amore ha una forza straordinaria! Chi prega è aiutato a dare la vita per i fratelli e ad amare non a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità. ‘Nulla è impossibile a Dio’. Nulla è impossibile a chi crede! Non accettiamo la logica di non fare nulla, che spinge a restare a guardare il cielo. Seguiamo Maria, l’umile che compie le cose più grandi. Supplica chi rifiuta il male, chi non si abitua al dolore, chi vuole guarigione e pace”.

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