Lotta alla Mafia: Frati Assisi, fra Riccardo Giacon a Palermo per commemorare le vittime della mafia

In occasione della giornata commemorativa dal titolo “Il tramonto si avvicina”, organizzata dalla Fondazione Falcone per il 30° anniversario delle stragi mafiose, fra Riccardo Giacon, direttore della rivista “San Francesco Patrono d’Italia”, ha piantato ventisette piante di rose “di san Francesco e santa Chiara”, in ricordo delle vittime di mafia degli anni 1992-1993 e portate da Assisi, nel giardino storico di Palazzo Jung alla presenza delle autorità e dei bambini delle scuole. La manifestazione, iniziata nella mattinata e trasmessa in diretta su Rai 1, proseguirà nel pomeriggio con la commemorazione e un minuto di silenzio alle 17.58 presso l’Albero Falcone. “Siamo molto felici – ha dichiarato fra Giulio Cesareo, direttore dell’Ufficio comunicazione del Sacro Convento –, come frati del Sacro Convento e della Basilica di San Francesco in Assisi, di poter partecipare alla celebrazione del 31º anniversario della strage di Capaci. mQueste rose sono, in chiave francescana, un simbolo della perseveranza nella lotta per il bene e nella fedeltà alle intuizioni giuste e preziose della vita. Anche se tutto ciò è difficile e comporta sacrifici importanti, alla fine genera vita, bene, libertà e gioia condivise. San Francesco ci sia dunque ispiratore nel continuare la lotta per la legalità e la giustizia contro ogni violenza e crimine organizzati, nella certezza che nessun sacrificio è vano e che tutto il bene seminato porterà, anzi porta già frutto”. In un intervento fatto nel giorno in cui ha visitato la tomba di san Francesco e il Sacro Convento, Maria Falcone, esortando i frati, ha detto: “Nella lotta alla mafia potete semplicemente spiegare quanto sia importante la partecipazione corale. Il rigetto di tutti quei comportamenti che ne contribuiscono alla proliferazione: per esempio l’indifferenza, la convinzione che la mafia tocchi solo gli altri, perché questo non è vero. La mafia si attacca alla società come un cancro. Società che, per fortuna, non è più quella omertosa di un tempo. Per questo motivo finché potrò testimonierò: per sconfiggere l’omertà e l’indifferenza e per il rispetto delle regole della convivenza civile dove il crimine non può attecchire”.

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