Diocesi: Napoli, venerdì 10 novembre a Poggioreale un convegno sulla giustizia riparativa con mons. Battaglia

L’Ufficio diocesano di pastorale carceraria di Napoli, in collaborazione con il Provveditorato penitenziario della Campania e la Conferenza Volontariato e Giustizia regionale organizza il 10 novembre “ Restorative Justice, il volto umano della giustizia”, un convegno sulla giustizia riparativa, rivolto agli operatori penitenziari e al volontariato carcerario, con inizio alle ore 9.30, che avrà luogo all’interno della casa circondariale Napoli “Poggioreale – Giuseppe Salvia”, alla via Nuova Poggioreale, 167.
Dopo i saluti di Lucia Castellano, provveditore delle carceri campane, Carlo Berdini, direttore dell’istituto penitenziario, e di don Franco Esposito, direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale carceraria di Napoli, prenderanno parte all’incontro: Agnese Moro, figlia dello statista ucciso dalle brigate rosse e da sempre impegnata nel cammino riparativo con i colpevoli del sequestro e dell’omicidio di Aldo Moro; padre Guido Bertagna, gesuita, che da anni si occupa di giustizia riparativa, rivisitando il dolore degli anni di piombo del terrorismo; Patrizia Patrizi, docente ordinaria di Psicologia sociale e giuridica presso l’università di Sassari, presidente del Forum europeo sulla giustizia riparativa, autrice di vari saggi sulla “Restorative Justice”. Le conclusioni saranno affidate a mons. Mimmo Battaglia, arcivescovo metropolita di Napoli, che, insieme alla Caritas Italiana, ha promosso un progetto sperimentale di formazione e sensibilizzazione alla giustizia riparativa per la diocesi di Napoli. Il convegno sarà moderato da Giuliana Covella, giornalista e autrice del libro “ Il mostro ha gli occhi azzurri. il delitto di Ponticelli”.
Un convegno all’interno dell’istituto penitenziario napoletano di Poggioreale, per riflettere sulla possibilità di riparare, dove al centro dell’interesse della giustizia vi è la “riparazione”: “Parlare di giustizia riparativa in un luogo dove si paga la pena dettata dalla giustizia punitiva, vuole essere un segno per dire che è possibile un’altra giustizia, non in contrapposizione a quella retributiva, ma una giustizia dal volto umano che coinvolga anche le vittime e la comunità in un percorso di riparazione e riconciliazione”, dichiara don Franco Esposito, direttore della Pastorale carceraria diocesana.

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