Colombia: voci di pace di fronte ai crescenti scenari di guerra nel Paese e in Ucraina. Esercitazioni con la Nato al largo di Cartagena

“Mentre sulle acque di fronte a Cartagena sono iniziate delle operazioni militari di altissimo livello con la Marina militare colombiana e un’immensa nave militare statunitense, lunga 100 metri, con 300 soldati a bordo, il Governo distoglie l’attenzione dei gravi massacri e scandali che continuano ad avvenire quotidianamente in Colombia”. Lo racconta, da Bogotá, l’esperto di diritti umani Cristiano Morsolin, sottolineando la duplice preoccupazione per la guerra in Ucraina, anche in considerazione che la Colombia è l’unico Paese sudamericano “partner” della Nato, e per la forte ondata di violenza da parte dei gruppi armati e illegali nelle ultime settimane, in piena campagna elettorale.
La Comunità di Sant’Egidio ha promosso un sit-in nella capitale colombiana per chiedere “la smilitarizzazione dei cuori, per frenare la escalation di violenze nella frontiera tra Colombia e Venezuela tra gruppi armati della dissidenza Farc ed Esercito di liberazione nazionale, per fermare le violenze in Arauca e nel Chocó, dove la paura e l’abbandono statale si sentono fortemente. Chiediamo giustizia, verità e riconciliazione per tutti i massacri, omicidi di leader sociali, che si stanno compiendo in questo inizio anno”, sottolinea Karen, educatrice che fa parte di Sant’Egidio di Colombia.
“Grazie al Sir per aver seguire il cammino che stiamo facendo in Colombia – afferma, in questo contesto, il presidente della Commissione della Verità, padre Francisco De Roux –. Dopo la recente denuncia sulle intimidazioni ricevute dalla Commissione, siamo stati ricevuti da diversi ambasciatori di Paesi europei e speriamo che il presidente Duque ci dia garanzie per continuare nella ricerca della verità e della riconciliazione. Cerchiamo la determinazione di costruire una Colombia che unisca per la pace e non per l’odio, costruendo un ponte in mezzo a tante barbarie. La Commissione della Verità ha individuato ben 4 mila uomini, donne e giovani che hanno ‘combattuto’ senza armi, sono stati uccisi per la loro scelta di difendere la vita, di difendere i diritti umani, sono martiri bianchi, che sapevano di poter essere calunniati e perseguitati, come ci dice il Vangelo, ma hanno dato tutta la loro vita per la pace, la giustizia, la verità, l’inclusione. Proprio per questo non vogliamo la guerra, come questa follia che sta accadendo in Ucraina”.

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