Terra Santa: Pizzaballa (patriarca), “il momento migliore per conoscere il Signore è quello del fallimento, della fatica, dello smacco”

“Dove l’uomo sperimenta e riconosce la propria lontananza da Dio, la propria indegnità, proprio lì Lui viene. Gesù ribalta quella logica religiosa di separazione e di lontananza, che vuole che i due mondi, quello sacro e quello profano, rimangano distinti e lontani”. A rimarcarlo è il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, nella sua meditazione al Vangelo della Domenica (la prossima domani 6 febbraio) diffusa dal sito del Patriarcato. Meditando il Vangelo della pesca miracolosa, Pizzaballa ricorda che “Gesù è venuto proprio per abolire questa distanza, per cui non solo non si allontana di fronte a Pietro peccatore, ma proprio perché Pietro è peccatore, Lui gli si avvicina”. Il gruppetto di pescatori non aveva preso nulla ma Pietro e compagni accettano di gettare di nuovo le reti fidandosi della parola di Cristo che “stava insegnando proprio lì vicino a loro e aveva trasformato la loro barca vuota in un pulpito da cui insegnare alla gente”. “Pietro – spiega il patriarca – si fida di questa parola, proprio come prima si era fidato della parola che lo invitava a ricominciare la fatica della pesca. Sa che questo fidarsi è per la vita e per una vita piena. Chi ha fatto nella sua vita questa esperienza, allora lascia tutto, e diventa un evangelista: ha qualcosa da annunciare, qualcosa che lui per primo ha vissuto, sulla sua pelle; può annunciare che Dio si è fatto vicino, che ha abolito le distanze, che è venuto per incontrare ogni uomo peccatore”. “Come Gesù è salito sulla barca vuota di Pietro per annunciare la salvezza a tutti – conclude Pizzaballa – così Pietro e i suoi compagni partiranno proprio da lì per condividere con gli uomini questo annuncio di salvezza. Allora possiamo dire che Gesù si avvicina a Pietro e ai suoi compagni, e questo opera in loro una trasformazione: dall’essere dei falliti all’essere degli uomini liberi. Il momento migliore per conoscere il Signore è quello del fallimento, della fatica, dello smacco: lì dove cadono le nostre resistenze e le nostre superbie, allora lì il Signore può avvicinarsi, e dirci che questa sua vicinanza è un dono gratuito che ci raggiunge lì dove può usarci misericordia”.

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